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Channel: La Piccola BlogTeca degli Orrori di MisterZoro
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Beta Test, Work in Progress, cominci a scassare già dall'inizio...

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E poi arriva il giorno che non ce la fai più, e lo devi fare.

Dodic’anni che scrivi (e sarai sempre grato a chi te ne ha dato la possibilità, sia chiaro, anche per la pazienza  avuta nell’aspettare sempre i tuoi porci comodi, e va detto) con tempi di consegna comunque larghi, ma comunque sempre tempi di consegna, che comunque ti ci senti stretto, e comunque con l’ansia del dover fare tutto per tempo, comunque dovendo fare i conti dalla tua capacità organizzativa tipica delle scimmie urlatrici, comunque basta. Comunque.


Ecco appunto.
E quindi arriva il momento in cui vuoi scrivere di quello stracazzo che ti pare, con il linguaggio che ti pare e piace (tipo l’urdu, ma con meno sputazzi), degli argomenti che vuoi trattare senza l’ansia di sentirsi dire che “no, questa cosa magari è meglio che non la scrivi, perché par brutto offendere politici corrotti/religiosi inanellati/musicisti tossicomani che son morti e fanno figo”, ma soprattutamenDe coi tuoi tempi, quando vuoi, come vuoi, perché vuoi.
Perché vuoi? Perché condividere certe cose con altra gente fa molto bar, e alla fine è così che ti piace, e perché a volte ci sono sassi che ti devi togliere, e vaffanculo è davvero il caso di toglierteli, che poi sennò stanno lì, fermentano, e non c’è Magnesia che tenga, son brutte cose.

“Mentina?”
E quindi se lo devi fare lo devi fare, e finisce che apri un blog.
La meni da una vita ‘sta cosa del blog, hai rotto le palle ad amici e conoscenti, che poi a loro che’je frega, loro campano lo stesso, è una cosa che fai per te, perché sei un logorroico terrificante con mille hobby e ti pare uno spreco lasciarli morire così, perché vuoi condividere tutta quella “robaccia-nerd-finto-giovane” che fondamentalmente ti tiene in piedi, cosa che non ti riesce granché bene finchè sei l’unico interlocutore e parli da una pagina scritta.
E quindi apri un blog. E come lo riempi questo blog?
Hai sempre fatto recensioni (sempre per quella storia di doverlo dire a qualcuno perché i cazzi tuoi non te li fai mai eccetera) da quando eri gggiovane e di cinema capivi poco e niente, e quindi andrai avanti così, tiri dritto e fanculo al vigile, che tanto la cartolina te la mandano per posta.
Ovviamente siamo ancora indietro, è tutto ancora un work in progress, e anche se sai già che ci butterai dentro Cinema, Videogame, Fumetti e quant’altro

“I mattoni grazie ai quali è costruita la vita”
non sai quando comincerai, non sai quando ti arriveranno i banner “fatti come si deve” né come e se si evolverà questa cosa, ma ti sembra brutto rimandare ancora, anche perché il “Teorema della Palestra” lo conosci, è lì che ti aspetta al varco ,e quindi è inutile continuare a dire “comincio” se non lo fai mai.
E quindi cominci, con annessi, connessi e mancanze.

“Scusa per la rozzezza di questo modellino ma non ho avuto tempo di farlo in scala e di dipingerlo”

Forse è per questo che nasce un blog, perché uno non è patologicamente in grado di farsi i fatti suoi e deve far uscire il demone da sotto la pelle, il folletto dalla pentola, il drago dalle sfere, oh mettetela come volete voi, l’importante è che ci sia capiti.
Alla fine uno scrive, se qualcuno leggerà tanto meglio, e se nessuno lo farà avrai comunque risparmiato i soldi di anni di terapia, mica pizzette…e quello che salterà fuori salterà fuori.


 Qualsiasi cosa sia.

Man of Steel, sempre più giovane, sempre più inox

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Ecco, cominciamo già con l'onestà più totale e dolorosamente sincera possibile.
Superman mi sta sulle palle.
Da tipo sempre.
L'invulnerabilità del personaggio, eccezion fatta per qualche pietruzza verde che, stranamente, sul pianeta Terra se ne trova A CARRIOLATE anche solo andando in campora il venerdì sera, ha sempre fatto nascere in me un certo qual senso di fastidio.
Sarà che crescendo con supereroi con superproblemi mi sono sempre abituato alle piccole sfighe di ogni giorno: poteva capitare che alla base dei Vendicatori i QuinJet fossero tutti fuori e alla chiamata magari Occhio di Falco, che l'avevano mollato a casa a fare la muffa insieme a Jarvis, faceva finta di non sentire il telefono, che arrivare a piedi o in tram faceva pure un po' pezzente.
A Batman gli si sarà scaricato almeno una volta il telecomando della Batmobile, e lì so'ccazzi soprattutto se hai la gatta sul tetto che scotta.

La gatta ovviamente, non il tetto. Si, anche col casco da regina del bondage.

Insomma tra l'invincibilità, la faccia da primo della classe che non ti fa copiare neanche a morire, e quel malsano accumulo egoistico di poteri brevettati non mi è mai andato giù il personaggio, neanche quando lo faceva lui


Che per carità, dispiace e tutto quanto, ma non se ne può più di sentir parlare di "Christopher Reeve è il miglior Superman di sempre""Christopher Reeve non è morto, è solo tornato su Krypton""Christopher Reeve sta a Superman come Sean Connery sta a 007", con inclusa toccata di sicurezza del buon vecchio Sean, che sai un po' se la prende e non gli puoi dire niente, a Sean.
In ogni caso, ieri è uscito il full trailer di MAN OF STEEL, con tutto il suo bastimento carico carico di motivi per i quali, nonostante l'odio per il personaggio, la voglia di vederlo s'impenna.


                      

Sarà perché c'è alla regia quello stesso Zack Snyder che ha sfornato perle come Watchmen, 300 e L'Alba dei Morti Viventi (ma non Sucker Punch, cristoiddiouccidimiadesso non Sucker Punch), sarà che dietro c'è lo zampone produttivo di Nolan (cosa che peraltro il trailer non nasconde, e grazie al razzo), sarà che dentro c'è un padre Gladiatore e uno che, nel bene e nel male, Balla coi Lupi in una Valleverde, e insomma si può anche passare sopra a tante altre cose, come al costume OSCENO incollato addosso al nuovo tizio in carica, questo Henry Cavill dalla finora abbastanza triste vita cinematografica, anche se tanto peggio di The Amazing Spiderman non può essere di certo. Costume e tutto il resto, s'intende.
E insomma il trailer picchia e convince, magari se i Maya ci fanno la grazia riusciremo pure a vederlo questo MAN OF STEEL, anche se il vero pericolo in agguato è molto più grande:

Il fottuto Effetto Smallville





Santa Lucia, la vecchia morbosa che ci vedeva lungo

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E’ il 13 Dicembre e malgrado la tradizione Santa Lucia non mi ha portato una beata cippa di niente.
Ah giusto per chi non lo sapesse, visto che l’Italia per le festività è divisa in cantoni, qui a Cremona (si, Cremona, profonda Bassa Padana dal clima pufflandico, poi ci torneremo) più sentita di Babbo Natale, Gesùbbambino e il Grinch c’è la vecchia cecata, una figura dolce e rassicurante che porta i doni dici?
Col cazzo, una vecchia sciancata con le orbite vuote e l’anca da battaglia che passa casa per casa in abito bianco (grooosso errore) a mangiare biscotti a uffo e a riempire di fieno il suo asino obeso, rompendo i coglioni con quella fastidiosa campanella a orari variabili tanto per mandare a letto i bambini.
Che poi quella volta che avevo 9 anni e c’era Zombi in tv potevi suonare quanto volevi ciccia, che da lì non mi schiodavi. 
La cosa che mi dava più fastidio era la storia del carbone. Cioè, se Babbo Natale ti aveva nella lista dei cattivi eri fottuto, chiaro, limpido, regali zero, ciao e grazie. 
Santa Lucia no. Ti lasciava il carbone. “Hai fatto il cattivo? Toh, ciucciati questo!” 
Bella stronza.
Si beh poi c’era il carbone dolce juventino, ma per bianco o nero che fosse era e resta un paraculatissimo scherzone che frantumava i denti in tenera età e non ha mai fatto ridere nessuno.


“Tutti ridono. Buona questa.
Le matte risate, proprio.
Ah dettaglio che avevo perso per strada e che stamattina la mia collega ha avuto il buonsenso di riportare alla luce: la vecchia girava con un piatto con dentro gli occhi. I suoi occhi. Vecchia morbosa Santa Lucia.
Sta cosa degli occhi proprio non la ricordavo, sarà che me la sono sempre voluta immaginare come un’eterea Michelle Hunziker di primo pelo


La vecchia morbosa (o la giovane gualdrappa) però portava i regali, e chi eri tu per dirle qualcosa?
Non eri nessuno, e te ne stavi zitto zitto perché sapevi che se stavi buono e non rompevi i coglioni a nessuno per qualche tempo la mattina del 13 Dicembre ti svegliavi e sul tavolo del soggiorno c’erano ad attenderti piste Polistil, Masters e castelli di Grayskull, Nintendi Action Set, Isole di Fuoco e dolci, carrettate di dolci.
Praticamente le prime esperienze nel mondo del lavoro moderno. La vecchia ci vedeva lungo.

E oggi? A 28 anni suonati e cantati uno si accontenta dei dolci, quando arrivano e se arrivano, e se non arrivano sinceramente chissenefrega oh,  adulto e vaccinato me li scelgo, me li compro e saluti.
E per i giocattoli pazienza, è stato bello finché è durato (dice quello con 6 console collegate), tanti ricordi messi al sicuro per quando sarò un Paolo Limiti 2.0, l’importante è vivere il presente e rendersi conto che
certe cose non fanno più per te.


(Forse)



Pacific Rim, nostalgia meccanica di Mazinghi e Godzilli fatti come si deve

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Aver fatto l'infanzia negli anni '80 credo sia la cosa migliore che potesse capitarmi.
Primo perché era l'infanzia, non l'adolescenza, quindi quando mi parlano di scaldamuscoli e shorts inguinali ho tutto il diritto di alzare le mani con l'espressione più gnorri possibile, ma soprattutto perché...si dai i cartoni.
I cartoni animati che t'inchiodavano allo schermo per pomeriggi interi (e anche per tante mattine, quando simulavi credibilissime febbri da ricovero) sono quei ricordi che ci portiamo dentro tutt'ora.

"E intanto stavamo imparando tante e tante poesie che hai dimenticato,
ma le canzoni dei cartoni...è quello che hai salvato"
Esatto Aleotti, esatto.
Comunque, tornavo a casa da scuola e lo zaino volava da qualche parte, il giubbino...dipendeva da quanta fretta avevo e da che cartone c'era in quel momento, e via di robottoni.
Si perché chiariamoci, guardavo un po' di tutto, e per dio non si poteva fare a meno di acchiappafantasmi, tartarughe con la sviluppina, giocatori di calcio minorenni che riempivano gli stadi, sceriffi delle stelle, quell'indeciso sessualmente di Ranma (che è venuto un po' dopo) e compagni di merende, loro e mie, ma ci sono cose che un bimbo della mia generazione non poteva non guardare: i robottoni.
Eh si, perché c'era lui
Il primo grande amore, sgraziato, ma gli perdoni tutto
ovviamente lui

Da notare la posa tattica ereditaria: stesso padre
altrettanto ovviamente anche lui

Che nei giorni di pioggia gli girava male
senza contare il ras del quartiere

Per la precisione ad Odaiba, Tokyo. LUI ESISTE DAVVERO
quello con evidenti problemi prensili

ma che nonostante tutto era irrimediabilmente figherrimo
il simpa della compa, per scelta sua

"Al gran filone d'oro, yuhuuuuuuu!"
e i rissosi, quelli su cui Michael Bay ha fatto tre film uguali, l'ultimo con meno Megan Fox del dovuto

 sempre a menarsi, c'hanno insegnato l'intolleranza e l'amore per le auto
e... si pure lui, ma di questo me ne vergogno un po'

L'immagine più figa in circolazione, perché pure lui si vergogna, povera bestia multipla
E insomma un'infanzia piena di esplosioni a fungo, agganciamenti sospetti e i soliti mostri meccanici/spaziali/ma soprattutto coglioni che attaccavano SEMPRE uno alla volta.
Problema che a tutt'oggi Assassin's Creed non ha ancora risolto, ma non divaghiamo.
Negli anni il mito dei robottoni è andato un po' a morire, diciamo, finchè negli anni 2000 non è uscita quella meravigiosità qui

Ero una gran serie e mi stanno uccidendo con tutti 'sti Death, Rebirth, End,  qualcosapuntoqualcosa
sulla quale magari mi soffermerò un'altra volta, una serie innovativa dalla quale, negli anni, la Weta Workshop di Peter Jackson pare volesse trarre un film, progetto finito in fuffa più e più volte.

Fino a oggi:

                      

Orgasmo nerd. Orgasmi multipli nerd.

Perché se il film di Evangelion non verrà mai fatto (e il sospetto è forte dopo 10 anni di prese per il culo), nessuno vieta di frullarli insieme a Mazinga e compagnia per realizzare uno dei film più attesi di sempre tipo dall'oggi al domani, così, da un momento all'altro in top 3.
Il fatto di averci piazzato dentro mostri Godzilliani fatti finalmente come si deve, credo che aiuti.

Mi sa che Michael Bay stavolta il colpo lo sente.
















Star Trek Into Darkness: ritrovatemi il cuore col tricorder...

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Ecco, ti pareva.
Uno non fa a tempo a preparare un post che subito taaaaac succede qualcosa.
Uno non fa a tempo a finire di scrivere la recensione de Lo Hobbit che la Paramount gli fa lo scherzone e, nonostante uno se lo aspettasse da un momento all'altro, proprio in quel momento tra il dire e il fare e lettera e testamento quella se ne esce con il maledetto, attesissimo, meraviglioso e finalmente-era-ora-lo-stavo-aspettando-da-tipo-tre-anni trailer di STAR TREK INTO DARKNESS.
Dopo che quello spettacolo del primo capitolo mi aveva fatto sbavare come un mastino napoletano, ridando linfa a una saga che ormai credevo morta e sepolta sia in tv che al cinema, (Nemesis? Andate a morire tutti, bastardi...) per fortuna c'avevano pensato J.J. Abrams e il suo team creativo a buttare sul piatto la mano vincente.

"Batti un tre, pischello!"
La cara vecchia mano pinguina di Spock, che passava il testimone ad una generazione tutta reboottata dell'equipaggio originale, ossia una con Sylar in versione Spock senza cartapecora, Chris Pine che si reinventava un Capitano Kirk ancora più cazzone dell'originale, Zoe Saldana che faceva innamorare pure i leghisti convinti e tesserati, Hulk/Ettore/Eric Bana in versione villain pazzomaniaco, e poi c'era Thor che...

...ebbasta...
...scusate, sulle ali dei Dragonflights e dell'entusiasmo.
Comunque, il film l'avrete visto tutti, su, e se così non fosse vergognatevi e recuperatelo, anche perché era da parecchio che nello ("spento" si può dire?) mondo della fantascienza non si vedeva qualcosa di così lontanamente divertente e acchiappante.
Come dite?

Eggià...
D'accordo, ma quella è storia chiusa, purtroppo. Lacrime e sangue, vi prego non parliamone.
Questa di storia, invece, è più che aperta e il restyling di Abrams ha fatto più che bene alla saga, che appunto ora si trova al secondo capitolo e di carne al fuoco ne ha messa tanta, compresa la disputa Khan-non-è-Khan che sta rodendo il fegato dei puristi da qualche mese a questa parte.
I presupposti per un capitolo spettacolo 2.0 ci sono tutti, e se non mi credete, beccatevi 'sto trailer spaccamascella:


        

Solo eh?
Eh, solo... solo che bisogna aspettare maggio, e diventa lunga l'attesa, soprattutto se sai cosa
ti aspetta alla fine...
Pazienza, abbiamo atteso Avengers per due anni, attenderemo anche questo, quindi:

"Spazio, ultima frontiera" e via così discorrendo...

si che poi, ultima tanto per dire...
                         

Recensione: Lo Hobbit - Un Viaggio Inaspettato che uno un po' se loaspetta, tra piedi pelosi e conigli da slitta

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Talvolta è tutta questione di aspettative.
Ricordo ancora così lucidamente e dolorosamente l’attesa per l’uscita di film super pompati che attendevamo puntualmente io e gli altri debosciati amici miei: andando a ritroso nel tempo il ricordo di Spider-Man 3 col Venom con la voce da sega / la Gwen Stacy full-oca con le gambe a tronco di pino / MJ che non era MJ e il momento whattsamericanblackboy, di quell’incidente gastrico e deturpa-infanzie di DragonBall Evolution (KamehameACCENDICANDELE!), o di quella puttanata immorale di X-Men Conflitto Finale di cui non si può salvare niente neanche sotto tortura
Insomma, brutte esperienze che ti segnano.
Al che mi sono fatto un bell’esamino di coscienza e mi sono detto “cosa accomunava tutte queste porcherie?” e la risposta è stata la più sincera possibile: “Li stavi aspettando troppo tempo” e non applico lo stesso discorso anche ad Iron Man 2 solo perché oggi ho mangiato bene e sono in buona.
E per War Machine. E per la Vedova Nera col costume aderente, che ancora non era passata al contenitivo di Avengers.
Basta.

Dovuta premessa a parte, veniamo a noi e va detto subito che non sono mai stato un grande fan di Tolkien, e come Clerks 2 ha così sottilmente precisato, esiste un’unica e sola Trilogia.
Quindi tenete presente di questo: non sono un purista né un amante del genere, non ho letto Lo Hobbit e forse anche per questo me lo sono goduto come film, ma andiamo per gradi.

Nonostante uno non sappia nulla in partenza, se una storia è avvincente e ben raccontata non importa, e una volta che al cinema ti arriva un film di Peter Jackson, con un bel cast, pieno di Nuova Zelanda, con gli effettoni della Weta Digital e che trasuda Signori e Anelli da tutti i pori, proprio non si può non vederlo al cinema.
Per legge.
Così in una fredda domenica invernale mi sono messo di buona lena, e con l’amico (che per questioni di privacy chiameremo) VallettoDiSatana ci siamo beccati la visione delle 21 all’Uci di Piacenza, dove il 3D è davvero un 3D, almeno sulla carta, almeno per la pubblicità.

E ora è ora di [SPOILER] quindi se non l'avete ancora visto, occhio

Prime immagini, e due cose già sono chiare: bastano poche note e ripiombiamo nostalgici nella Terra di Mezzo e nel magico mondo dei piedi pelosi, e il 3D si fa superfluo ancora una volta, mostrando una straordinaria profondità di campo “fiori in primo piano-casa Baggins sullo sfondo”.
12 euro di biglietto con prevendita di cui sentirò la mancanza.
Dopo il meraviglioso prologo in terra nanica, dove ci vengono presentati Thorin Scudodiquercia 


che a seconda dell'inquadratura sembra un nano, in altre un proto-Aragorn di due metri
e riassunto l'antefatto con la fine di Erebor e l'inizio dell'odio generazionale nano-elfo, torniamo alla cara vecchia Contea dove (visto che da Il Signore degli Anelli era avanzato un casino di materiale, e pareva brutto buttare ettari di pagine nel dimenticatoio) ci si ricollega direttamente al finale della vecchia trilog...triade di film.
Qui troviamo Bilbo Baggins, il vecchio e inossidabile Bilbo con una dipendenza da anelli stregati alle spalle e spacciatore di magliette in fibra elfica, che si fa bellamente i cazzi suoi da bravo misantropo sedentario, seduto allo scrittoio intento a scrivere delle sue gesta.
Cioè, non so, aspetta ancora un po’ già che ci sei.

Ma non è tanto la tempistica, quanto già da come inizia ci sarebbe da picchiarlo: 
“Caro Frodo, una volta mi hai chiesto se ti avessi raccontato tutto riguardo alle mie avventure.
Anche se posso affermare onestamente di averti detto la verità, magari ho tralasciato qualcosina...”
Ah dici? E il premio per l'eufemismo del secolo va a "Qualcosina", di Bilbo Baggins!
Scroscio di applausi, gente in delirio, le prime file lanciano reggiseni sul palco...
Cioè, potevi anche sprecarle due parole con tuo nipote, ecco magari prima di mandarlo allo sbaraglio in mezzo a orchi, bestie, nazgul eccetera.
La mano offesa intanto ringrazia come può.

Ma il problema non è tanto Bilbo e la sua misantropia congenita, quanto Gandalf.
Gandalf.
Quel vecchio fumatore di erba pipa di Gandalf, spacciatore di fuochi d’artificio illegali e sostanze illecite nonché irsuto signore del magnetismo,che per ingannare il tempo e tanto per non mettersi a riordinare l’armadio di cappelli flosci e tuniche tutte uguali (bisognerà aspettare Il Ritorno del Re per vederlo lavato e cambiato, storia vera) decide di reclutarlo.

Oppa Gandalf Style
Come? Inviando 13 nani a casa del giovane Bilbo Baggins senza dirgli niente, per farlo partecipare alla titanica (e appena appena, ma giusto un filo, tipo leggermente  suicida) impresa di dirigersi verso l’antica città di Erebor, Regno caduto dei nani ora dimora di Smaug, un enorme drago amante di oro e paccottiglia, giusto perché l’antico vaso andava salvato.

Ehi, tu casa es mi casa
Quindi questo gli fa “Ehi, ti conosco per sentito dire quindi  facciamo una cosa, tu t’imbarchi in una missione suicida con 13 nani che han perso casa e mentre voi marciate, cantate ey-ho ey-ho e ve la vedete con troll, goblin e tutto quello che mi viene in mente lungo la strada, io faccio il figo e vado e vengo come mi pare.”
E Bilbo cosa fa? Prima fa il sostenuto, poi quando questi partono e lo mollano indietro...

lui giustamente gli corre dietro
Evvabbè, il vecchio è una volpe, lui e i suoi trucchi magici altamente avanzati, tipo spaccare una roccia in due, tirare su un filo di vento, accendersi la pipa…
Ecco, il truccone di chiamare aquile e uccelli giganti parlando con le farfalle gli riesce sempre bene, per il resto pure il mago Casanova ne sa un po’ di più.

Comunque, di camminate ce ne sono un bel po’, e si potrebbe anche ascrivere il film nella categoria road movie, basta sostituire la strada con la meravigliosa Nuova Zelanda in tutto il suo splendore di praterie, e grotte, e praterie, e laghi, e praterie, e montagne…

...e praterie...
ma soprattutto togliere la macchina/furgone/yattacan del caso e metterci una bella e gloriosa mandria di…

...
Pony.
I nani viaggiano sui pony.
Che se ci pensate ci sta anche…cioè sono nani. Gli hobbit sono ancora più piccoli, e ok, si va con la versione per bambini, ma chi è quello? E chi vuoi che sia, è Gandalf a cavallo, lui e la sua fissa che deve averlo più grosso degli altri. E vabbè

Il viaggio continua quindi tra incontri spiacevoli, tipo tre troll che si vogliono mangiare tutti i protagonisti



(salvati da quella che sembra la PRIMA VERA MAGIA di Gandalf in 4 film: media gol che fa invidia pure a Pato) e grandi ritorni, più che altro il ritorno per lo spettatore a GranBurrone, regno di elfi snob e diversamente abbronzati, che dai nani non sono molto ben visti ma oh, quando ti devi salvare le chiappe dagli orchi a dorso di Mannari (felini grossi, feroci e con la tipica faccia da animale incattivito tenuto a digiuno) ti fai andare bene tutto, anche accettare rifugio da una popolazione di stronzi che, intanto che Smaug si ciulava casa tua e inceneriva tutti quelli che non riuscivano a trotterellare via abbastanza in fretta, se ne stava a guardare da lontano, che non sia mai uno si spettini…

Perchè io valgo
Non mi soffermo più di tanto sulla mappa con la scritta ad inchiostro simpatico lunare, ovviamente in elfico, sui conigli da slitta (che vincono davvero su tutto a mani basse), e nemmeno sulla fuga sulle montagne-che-non-sono-montagne intente a tirarsi massi grandi quanto una piccola metropoli, sequenza alla quale tra l’altro BiancoBaggins e i 13 nani scampano senza un graffio tra il “miracolosamente” e il “WTF!?”


L'Uomo del Monte ha detto "SPACCAAAAA!"
e arriviamo alla sequenza più interessante del film: i goblin e Gollum.
Dopo il match Himalaya vs Everest, la combriccola di tappi si rifugia nel cuore di un’altra montagna (sperando di non essere entrata nel K2dall’ingresso sul retro) e da lì piombano/cadono/caracollano dritti dritti nella tana dei goblin, esserini miti, belli da vedere nonchè amanti dell’igiene; ma il vero fulcro di tutto non è tanto  vedere come 13 nani vengano impacchettati e seviziati per la seconda volta nel giro di un film (“Grandi guerrieri, i nani” dicevano), quanto le disavventure del giovane Bilbo nella tana del leone, che in questo caso è gobbo, seminudo e un filo psicopatico: Gollum (finalmente!)

Quello che in fondo ci è stato raccontato nell’ombra nella prima trilogia viene qui mostrato nel dettaglio, e la scena nella sua stranezza è davvero divertente: una sfida di “menti”, nell’angolo a destra l’hobbit tossicomane e fancazzista, in quello a sinistra il rifiuto umano schizofrenico e approssimativamente cannibale, il tutto perché la personalità meno socievole di Gollum deve  decidere se lasciare andare Bilbo o mangiarselo intero.


Con 'sta faccia qui. Come fai a non volergli bene?

Alcuni giochi di parole, va detto, perdono nella traduzione, ma tant’è.

Fatto sta che il tossicomane vince il garino intellettivo, si frega l’anello e lascia Gollum solo e incazzato come una vipera, intento ad asciugarsi le lacrime nel tanga e a covare rabbia per la prossima generazione di Baggins che passerà di lì.

Frodo ringrazia sempre come può.

Il finale (che lo sappiamo, finale non è) sembra ricordarsi che un po' d'azione lo spettatore magari se l'aspetta anche, quindi vai di raudi e mefisto e un bel confronto con gli orchi cavalcabò non guasta mica.
Giusto il tempo di un'altra magia farlocca di Gandalf, con Thorin Scudidiquercia che si fa gonfiare come una zampogna da God of Ogre, ed ecco che il nostro Bilbo ti diventa l'hobbit più cazzuto sulla piazza, tripudio di abbracci e pan di stelle ed ecco i nostri eroi più compatti che mai, in viaggio verso la meta...
Un finale speranzoso che serve più che altro a finire di preparare la tavola per la cena, che in soldoni sarà quel secondo capitolo chiamato La Desolazione di Smaug, che ancora più in soldoni sarà TRA UN FOTTUTISSIMO ANNO.
No ma grazie, eh?

E quindi diciamo che si può anche dire [FINE SPOILER] e trarre delle conclusioni, e credo di dovervi delle scuse perché battute e pernacchie a parte, c'è che questo Viaggio Inaspettato mi è piaciuto.
Cacchio se mi è piaciuto!
Come al solito mi capita di uscire dai ranghi, e questo film me ne ha dato la possibilità, perchè si, si lascia prendere in giro e si lascia seguire, si fa ammirare in ogni inquadratura meravigliosamente costruita e ti fa amare ogni personaggio, anche quelli meno probabili.


Davvero, in foto è un'impresa, ma poi vuoi bene anche a loro.
Almeno a 5 di loro. Si, anche a quello che sembra De Niro rasato e tatuato.
Perché, nonostante tutto, siamo di fronte a una favola.
Una favola diversa dalle solite, molto divertente e che va presa per quella che è.
Non è Il Signore degli Anelli, è un racconto per ragazzi, il racconto dal quale tutto ha avuto vita, e questo andrebbe sempre tenuto presente, come anche del fatto che una favola non deve necessariamente essere "credibile" per essere apprezzata.
Una favola semplice se vogliamo, che comunque mi ha divertito molto e di sicuro non mi ha annoiato e sfiancato [Oddio lo dice, ora lo dice!] come La Compagnia dell'Anello[Oddio l'ha detto! L'ha proprio detto!] visivamente splendido ma di una lentezza devastante nell'incedere della narrazione.
Confesso che sono intenzionato a rivedermelo prima che lo tolgano dalle sale, magari farò una capatina a Melzo e me lo riguarderò per bene in Sala Energia, e spero che nessuno di voi si perda questo film nell'unico posto in cui sia possibile goderselo davvero: una sala cinematografica.
O, in alternativa, il 300" di Barney Stinson.


"Mi fanno male gli occhi..." "Aaah si! E non ti passerà!"
Beh, che dire, una piacevole sorpresa, una pellicola che fino all'uscita non mi sono filato di striscio, e che mi ha lasciato particolarmente soddisfatto e incuriosito, tanto dallo spingermi ad acquistare il romanzo di Tolkien, perchè lo ammetto: aspettare un anno è veramente troppo.


           

Recensione: Inazuma Eleven Strikers, quando la Wii si sveglia tardi esi ricorda di essere ancora una console, se vuole (forse)

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La premessa di base è che sono fondamentalmente un videogiocatore anomalo.

Di vecchia annata direi, ho solo sfiorato per poco tempo la meraviglia del Commodore64 ma fortunatamente ho vissuto in pieno l’età d’oro del primo Nintendo, quindi non mi posso lamentare.

E in un tripudio di cassettone jappe, pistole zapper e console fuse a furia di giocare a World Cup 

Ricordi, lacrime e gollonzi in rovesciata
sono passati diversi anni e nonostante tutto sono ancora qua, ad aspettare l’uscita di quel titolo, ad informarmi su quell’altro, a rompere le guglie al mio negozio di fiducia (una cricca di cui fino a pochi anni fa facevo parte anch’io, ma questa è un’altra storia) perché quando da piccolo certe cose ti entrano nel sangue ciao, è fatta.

E insomma, flashforwardando di 23 anni due mele e poco più ci troviamo ai giorni nostri, e nonostante in casa girino a rullo PS3 e 360 ormai a ciclo continuo da anni, il mio rapporto con la Nintendo si è via via deteriorato in maniera graduale, e un po’ dispiace.

Dispiace perché sono nato con Lei, videoludicamente parlando

Con ogni probabilità, il più bel Natale della mia infanzia...
dispiace perché se già era una figata quello scatolotto grigio topo inguardabile, la figlia Super lo era ancora di più, un po’ per via di quel pad strafigo con 6 tasti in più, un po’ per la grafica da fine del mondo e quei giochi dove per la prima volta potevi salvare la partita…fantascienza, gente, Philip K. Dick c’aveva preso di nuovo.

Poi è arrivata Playstation e li il divorzio è stato inevitabile, il declino della Grande N segnato rosso su bianco sul grafico di funzione X/Y.

E dopo un tira e molla durato anni (leggasi “dopo averla venduta la ricompri per andare in vacanza d’estate con gli amici e poi la lasci lì sei mesi a prendere polvere”) succede che cedo alla pressione psicologica del Prazzo, amico fidato nonché viscido demone tentatore in grado con due parole e una virgola di farti desiderare di ricomprare anche una console che odi, e taaac: ricompro la dannatissima Wii.


Trova l'intruso
 Va anche detto che tra un maneggio e l’altro, con l’usato buttato sul piatto, l’uscita della WiiU'ncùlàt e magna magna vari me la tirano praticamente dietro, ma il risultato non cambia. 
Fateci un pensiero, che tra un po' la trovate nei fustini del Dash.

I gioconi (Xenoblade, The Last Story) me li fornisce il malefico demone, ma la vera ragione dell’acquisto è un titolo che mi ha scimmiato pesantemente dalla prima volta che l’ho visto giocare, 

e in un turbine di ricordi d’infanzia misti a voglia di livellare personaggi senza troppo impegno mi sono sentito in dovere di fare l'insano gesto: e fu la spesa INAZUMA ELEVEN STRIKERS.



A chi hai detto "Holly e Benji", a coso?!
Non ridete, stronzi, perché dietro c’è gente che di gdr e videogiochi in genere qualcosa ne sa, tra Dragon Quest VIII, Rogue Galaxy, la serie di Professor Layton, Dark Cloud/Chronicle e il prossimo Ni No Kuni, e scusatemeli. 

Finora unico capitolo giunto in terra italica per la console casalinga con la peggior grafica delle ultime due generazioni, IES è un titolo infido, che da una parte punta al tuo subconscio di ragazzino cresciuto a calcio e cartoni di Holly e Benji


...oook, con l'anime di Captain Tsubasa...
e ti prende in contropiede dall’altra parte con un’immorale tripletta composta da:



- Temi fantascientifici (sempre cari, da bravo maschio Alfa Centauri)
- La collezionabilità (vera piaga di questo secolo, da Magic e Pokemonin giù)

- Elementi RPG (molto basilari, ma ci sono, e danno quella maiala
   soddisfazione di crescita dei
 personaggi che lèvati)



al che tu alzi bandiera bianca e via, il danno è fatto.

Vengo così catapultato nella storia del club di calcio giapponese più fuori di melone di sempre, una squadra di liceali (sempre loro, gli adulti in Giappone non hanno diritto di vivere, a questo punto è evidente) chiamata Raimon e capitanata da Mark Evans, che stranamente per la prima volta nella storia degli anime/manga/games nipponici non fa l’attaccante ma il portiere

E già questa cosa mi piace: un portiere protagonista e motivatore.
Spero in un guardalinee per la prossima serie.
Praticamente la storia si snoda in una serie di partite sempre più difficili e nell’ordine del WTF!?, tra squadre che andrebbero smantellate a causa della potenza bellica distruttiva della gente che vi milita, e rimanda per chiarimenti non necessari ma sempre ben accetti alla serie animata che (mi vergogno ad ammetterlo) non mi dispiace neanche, paragonata alla merda di cui sono pieni i canali per ragazzi ultimamente.

Devo DAVVERO aggiungere altro? No, appunto.

Il gioco permette di poter affrontare partite singole contro il computer o contro altri giocatori in loco fino a un massimo di quattro, ma fin qui niente di straordinario.

Il bello arriva con la modalità Club di Calcio però: 

"Cazzo, ci sono quelli di Sky...su le mutande, gente,
e tirate fuori Paparesta da quello stanzino!"

Si comincia prendendo in mano le redini della Raimon nella sua prima versione sfigata piena di mezze pippe, per proseguire in una serie di partite di campionato, incontri d’allenamento e minigiochi, al fine di potenziare ogni singolo membro e farlo crescere in forza e abilità.


Da notare, a parte un paio di personaggi caratterizzati decentemente,
i derelitti umanoidi che fanno mero riempimento
Partendo dal presupposto che fare gol semplicemente tirando in porta è pressoché impossibile, toglietevelo dalla testa, l’unico modo per segnare è infatti dare libero sfogo a tutta la propria tamarraggine, tirarsi su le maniche alla Mark Lenders e scannellare bordate astrali


E' proprio il caso di dirlo

all’indirizzo del portiere, il tutto grazie a tecniche speciali (che costano un tot di Punti Tecnica, da bravo gdr) che il suddetto tizio può permettersi o meno di parare utilizzando le abilità di cui dispone.

Il “fattore collezionabili” entra in scena proprio dopo la prima vittoria, che permette al giocatore di acquistare altri personaggi più forti e di comporre la squadra di mutant…ehm, ragazzi più adeguata al proprio gioco, e così via fino a dominare il mondo…del calcio. 


Del calcio quello strano, toh.


Ogni giocatore, anche il più scrauso sulla piazza, dispone infatti di una o più tecniche speciali relative al suo ambito di gioco: porta, difesa,centrocampo offensivo, attacco, e gode ovviamente delle possibilità di crescita prima menzionate, oltre alla capacità di creare un legame coi compagni di squadra, in modo da potenziarsi ulteriormente e dare vita ad azioni a 2 o 3 giocatori contemporaneamente.


Della serie "il tiro a due di Holly e Tom a noi ce fa 'na sega"
 
D’altra parte tecniche con nomi come:

Dragon Crash

Supernova
Volo della Fenice

Pinguino Imperatore (Fattore WTF!? fuori parametro)

dicono già tutto il dicibile e l’indicibile.

Il gioco in sé, doppiato completamente in italiano e dalla grafica coloratissima a livello total-epilessia, risulta veramente divertente ed accessibile per qualunque tipo di giocatore: io per esempio non sapevo una mazza della serie e non avevo mai provato i titoli precedenti usciti per NintendoDS, ma ciò non ha di certo reso IES meno godibile e giocabile.

Va detto: nonostante tutte le influenze esterne anche pesanti, come la componente ruolistica, IES rimane comunque un gioco di calcio, per quanto arcade e spara minchiate vogliate vederlo, e come tale risulta quasi ingestibile tramite quello schifoso vibratore gomato (perché proteggersi è importante) del WiiMote e la sua schifosa minibanana collegabile:

In evidenza il goldone sicurezza
Giocare a un gioco di calcio con 'sto attrezzo è come scavare nel cemento
con un cucchiaio: prima o poi ce la farai, ma chi te lo fa fare?

L’acquisto di un Pad Pro è quindi caldamente consigliato.


Il discorso grafica è un “vabbè” già in partenza, si sa, la Wii ha la potenza grafica di un cartello stradale a led gialli e quindi più di tanto non si può pretendere

Anche se ogni tanto qualche merito ce l'ha pure avuto...
ma nonostante tutto e tenendo conto delle magagne tecniche della macchina, i geniacci di Level-5 hanno impacchettato l’ennesimo titolo interessante e ben curato, con una grafica cell shading che salva il culo a capra, cavoli e pastore, e una buon bilanciamento tecnico tra fasi di gioco e intermezzi, cose che da un team del genere pretendi, ti aspetti, e 90 su 100 ottieni.

Rimane, come in ogni gioco Level-5, la pecca per quanto riguarda la gestione degli inventari: non ci beccano, ma proprio no, mai, fanno incazzare i santi, e ormai credo sia cosa voluta.

Resta il rammarico che giochi divertenti e senza pretese come questo verranno giocati solo dai bimbiminkia che si sciroppano il cartone mentre gli altri resteranno completamente all'oscuro anche solo della sua esistenza, o comunque non ci si avvicineranno facilmente anche grazie a recensioni come quella che ho letto giorni fa su un "sito online molto conosciuto", che insisteva sul fatto che INAZUMA ELEVEN STRIKERS perde in partenza contro titoli come Pes e Fifa perché deciso a puntare troppo sul fattore ruolistico e meno su quello della simulazione calcistica.
Allora, se arrivi a scrivere, neanche a dire, ma a scrivere una roba del genere dovrebbero per legge privarti dell'uso di qualunque dispositivo di scrittura multimediale e, già che ci siamo, pure degli arti per scriverci, perché se credi che al mondo ci sia bisogno di UN ALTRO simulatore di calcio, e soprattutto che IES puntasse a questo tipo di target, significa che non hai davvero capito un cazzo dalla vita.


"92 minuti di applausi!"

Per quanto mi riguarda, alla fin fine, mi sento di consigliare un gioco che mi ha fatto divertire e che sono andato avanti a giocare anche dopo l'effettiva fine della storia per molto tempo: batti quella squadra, arruola quel giocatore, livella tutti i legami, impara la mossa più potente, e così via.
Un gioco-droga per tutte le tasche a metà via tra i casual game e i gdr, tra il calcio arcade e l'Holly e Benji sotto stupefacenti: che volete di più?


E ora beccatevi pure il secondo spot Nintendo uscito tempo fa, ecco magari lasciando perdere i fintissimi bambini Nintendo-Mulino-Biango e i Finti-Bulli-Da-Film: 


            

Have a Nice Game! 

Recensione: Die Hard 5,era proprio un gran bel giorno per morire...

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Inutile girarci intorno, dispiace, nella vita succede.
Arriva un momento nel quale non puoi proprio tornare indietro, che i limiti fisici e mentali ce li hanno tutti alla fine, mica solo il Pastore Tedesco che tutt’a un tratto si rende conto che potrebbe finirla un po’ lì di farsi tirare per il culo dal mondo di Twitter, e all’insegna del “chi me lo fa fare” decide di salutare baracconi e burattini e inventarsi la “meritata pensione” in quel tugurio di Castel Gandolfo, residenza estiva di mille e una notte di festini a base di vinsanto…ne avrete sentito un accenno o due in questi giorni, magari, ogni tanto buttavano lì la cosa prima che arrivasse Maradona…
Ma non entriamo nel meritocratico, suvvia, che dopo una vita di stenti a lavorare sodo per l’anima della gente, uno può anche farsela una vacanza no?

"Racazzi, che ppotta...ze n'è per tuuti, frateli!"
Comunque, si diceva, succede.
E purtroppo è successo.
Ne danno il triste annuncio milioni di fan delusi e inviperiti, e Demi Moore che tra un marito e l’altro in fase allattamento magari se la ride anche: Bruce Willis non ce l’ha fatta.
L’idolo di generazioni e generazioni di gente in canotta d’assalto, amanti di lavatrici rotte e di cicatrici attacca-stacca, ha concluso l’onorata carriera (che va detto) non priva di alti e bassi.
Perché per quanto gli vuoi bene a quella pelata che tanto ti ha ispirato, e a quel sorrisetto che non sei mai riuscito a riprodurre come avresti voluto, sempre pronto a tirarti fuori la battuta più orgogliosamente figa dei successivi due anni, ogni due anni, certe cose non gliele puoi perdonare.
Tipo:

The Jackal – Il travestitismo spicciolo e la morte del costumista

Red – La stanchezza dell’età si fa sentire

Il mondo dei replicanti – Infame storia e OMMIODDIO CHE CAZZO SONO
QUEI CAPELLI DA OMINO DEL LEGO!!!
Ma nonostante tutte queste sciagure, nonostante tutto, l’affetto non è mai mancato, l’ammmore è sempre stato grande, e a giudicare dalle porcate sopracitate, apparentemente eterno ed inesauribile.
Perché Bruce Willis, prima di tutto, era questo:


Servono DAVVERO spiegazioni? 
L’invitato a sorpresa di Trappola di Cristallo, che con una beretta d’ordinanza, scalzo e ridotto a un trancio di carne in movimento debellava da solo una squadra di preparatissimi crucchi col vizio della rapina professionale e del terrorismo spicciolo. Chiedete a Piton, ne sa qualcosa.

"Dieci punti in meno a GrifondorAAAAAAAGH....puf!"

Il rompipalle mondiale che, nonostante litigasse un minuto si e l’altro pure con Sipowicz, salvava un aeroporto intero da Franco Nero dittatore e dai suoi sgherri diversamente pacifici, facendo saltare (tra le altre cose) aerei al decollo con la wazzamericanmossa dello zippo su benzina.

Sipowicz, mi sei sempre stato sulle palle...
L’alcolizzato e occhiolino igenico occhiolino rifiuto umano che, coinvolto Samuel L. Jackson in un tour di New York a prova di bomba (come fa Gandalf con qualsiasi membro della famiglia Baggins), provava a non morire esploso/colpito/accoltellato/affogato/schiantato in uno dei più begli action di sempre.

Jackson si è divertito un mondo, dice

Poi ci sarebbe la parentesi di Washington, dove accompagnava un piccolo nerd a tentare di farsi ammazzare tra psicopatici informatici e francesi circensi puntualmente freddati, non prima di aver fatto saltare mezza città, e nonostante tutto il film si può riassumere in un’unica, meravigliosa scena, entrata immediatamente nel Best Of del WTF!?:

Ancora oggi mi commuovo
Ma nonostante la gigaminchiata, l’ammmore era ancora forte, l’azione ai massimi livelli, le battutacce pure, e nonostante alcune scene VERAMENTE pesanti (quella dell’F-22 NON è mai successa, quella del camion NON è mai successa…) e sai cosa? Il film diverte, è quello che è ma è fatto come doveva essere, e mi piace, tuttora lo guardo e mi piace.
Forse anche perché dovrà essere considerato l’ultimo film di Bruce Willis, con Bruce Willis, alla Bruce Willis.

Perché poi c’è questo:

In Italiano sarebbe stato "Yippee Ki-Yay, figlio di Putin",
ma poi magari dava fastidio, per cui...
E dopo questo c’è solo Silvio eletto Papa (Sarà per la prossima volta, Papy…)
 
Perché quando non ce la fai più non ce la fai più, e va bene, ma non è che sei finito, sei Bruce Willis, cristo, sei un bravo attore oltre che il campione internazionale di Biathlon “sparo e sorrisetto”, hai lavorato per Abel Ferrara, per Sidney Lumet, Blake Edwards, Terry Gilliam, per Tarantino, per Wes Anderson, cazzo pure per quell’indiano dal cognome impronunciabile incredibilmente sopravvalutato, che pensa di essere uno impegnato e poi se ne esce con gli Ultimi Dominatori dell’Aria e vabbè…
Non sei una Kelly McGillis usa e getta, sei Bruce Willis!
Cioè, se non ce la facevi bastava dirlo, “guardate, onoratissimo ma non riesco neanche più a correre, o prendete uno Statham controfiguro, o mi fate fare l’osservatore esterno, o non lo fate”. Punto.
Senza Bruce Willis non esiste Die Hard.
Invece no, l’hai fatto.

"L'isola mi ha parlato e mi ha detto di girare questo film..." disse John Locke MacClane
E cos’è venuto fuori? E’ venuto fuori quello che non avrei mai voluto vedere, quello che fino all’ultimo ho sperato potesse essere almeno sulla linea del quarto capitolo, quello che speravo fosse perlomeno divertente, o in alternativa un action fatto con una certa capacità, o che almeno avesse una trama, uno straccio d’idea, bastava anche solo la fottutissima voglia di fare!
E invece no.
Vedendo Looper (quella chicca di Looper) avevo percepito qualcosa nell’aria, ma comunque visto il risultato finale mi dicevo “Nooo, sarà un’impressione, ne I Mercenari 2 saltavi come un gatto, qui tutto sommato te la cavi, sarà il regista che proprioMA LE MIE PALLE!
Cos’è quella roba da autoscontro sull’autostrada, che l’han vista i mangiacrauti di Cobra 11 e han detto “Non è realistico, non si può fare”? So che non posso avanzare critiche sul realismo, ma almeno la fisica che tiene insieme questo mondo di fan del biscione, almeno quella me la puoi tenere com’è?
No perché l’ultima volta che ho controllato, per quanto ci sia traffico, non puoi guidare con un Cat su file e file di macchine, ma anche se fosse dopo gli incidenti frontali le auto e i furgoni NON rimbalzano via cappottandosi per poi ripartire, non è Destruction Derby, ma ancora se fosse non puoi, non puoi pretendere che mi beva il fatto di vederti mandare fuori strada un blindato con una berlina e che non dica niente!

Proporzioni: a volte ingannano...ma non è questa la volta
E quel’attacco fuffa al tribunale, ne vogliamo parlare? Dove mi butti dentro squadre speciali, attentati, un’esplosione che al fungo atomico ci mancava proprio tanto così, per… entrare e prelevare un tizio.
Lo faccio anch’io, quando devo aprire il cofano della macchina cerco di spatafasciarmi contro il primo muro che trovo: si chiama essere pratici.
E insomma me la butti lì, con tutto che tuo figlio è una spia sotto copertura, che non vi parlate da una vita, che non sapevi manco che fine avesse fatto…amore di papà lui.
A parte che è stato scelto l’attore più sbagliato di questo emisfero, con l’espressione tipica di quello che a scuola continuava a prendere calci nel culo perché non riusciva a togliersi il cartello “prendimi a calci” sulla schiena

"A me mi piace la torta della nonna che è la più meglio"

e a parte che “agente segreto” può non voler semplicemente dire 007-figo-martini-gadget-e-scopamica, ma neanche schiacciasassi col fisico da Zangief che si allena prendendo a schiaffi gli orsi, cioè ci vuole un minimo di equilibrio.
Dici tu, ma almeno è simpatico no? Cioè, è un McClane, figlio di cotanto padre, no?...
NO.
Ma neanche a piangere.


"Ma chi ci crede a 'sta cazzata che sei mio figlio?"
"Sparare vaffanculo steroidi bonobo, papà!"
"Ecco, appunto..."

Ma il piccolo grande Paolo Rossi decantava in un monologo la grande regola aurea di tutte le storie ben riuscite che si rispettino, e quindi al grido di “Senza stronzo, non c’è storia” vogliamo parlare dei “cattivi”?
Ecco, i cattivi fanno quello che fa tutta la carne da cannone tipica del genere, solo che qui tra le altre cose…ballano. No, ma sul serio.
Arriva bel bello questo scagnozzo del villain (che tra l’altro lo sospetti, perché qualche film l’hai visto in vita tua, ma fino alla fine NON SAI CHI E’, e già qui: palle a terra) che con abile mossa cattura i due McClane, e per dare uno spessore al personaggio cosa fa? Li tortura, un classico, li sfotte e li minaccia, e ok, solito circo, ma ci sta.
E poi ‘sto pirla si mette a ballare.
Ma non ballare tipo Joker da pazzo fottuto, non ballare sotto effetto musical alla Sweeney Todd, no.
Un tip tap di merda. Così, dal nulla, nel silenzio della sala.
Tutti attoniti, spettatori e attori. E pure il tip tap.
Una scena imbarazzante, una delle tantissime che tengono incollate a base di saliva un film che non si regge in piedi, da qualsiasi parte lo si cerchi di vedere.
Tipo entrare a Chernobyl in canottiera e giubbo di pelle, che le tute protettive facevano poco figo, e vuoi mai?


"Papà, ma che sono le raaadiaziooni?"
"Te lo spiego durante quel rallenty osceno a fine film,
così magari in sala non ti sentono bestemmiare..."

O lo spruzzino BioShout lo SciogliMacchia anti-radiazioni, che dopo un’innaffiata profuma pure l’ambiente con un delicato aroma di pino silvestre.
O lo squallore della battaglia finale con l’elicottero dei playmobil, coi protagonisti ancorati a terra a gatto di marmo, il solito salto megagalattico da altezza improponibile (il secondo del film) e la conseguente nuotata nell’acqua piovana nucleare. A rana, per prenderla larga.
E’ la morte del sogno fracassone.
Perché puoi anche fare un pessimo action (se ne son visti tanti), puoi anche fare una pessima commedia (e anche lì Bruce ha insegnato, che FBI Protezione Testimoni è di un triste che neanche il peggior Eddie Murphy…) ma se ti metti a fare un Die Hard serve prima sapere cos’è l’azione, cos’è la commedia e soprattutto serve una sceneggiatura che tenga insieme tutto, ritmo e battute!
Il regista di Max Payne (oh, lord…) cosa ne può sapere? 

Una benemerita ceppa, of course.
Ma pare che di film brutti ne sappia...

E infatti TAAAC, regia inguardabile.
Ma se le battute sono tutte “Che cazzo vuoi?” “Spara, Jack!” “Corri!” e ancora guarnizioni di “Vaffanculo” non puoi pretendere che il film si salvi (anche se la battuta dei “3 anni di contratto” sul telefono rotto mi ha fatto ridere. Una. Che probabilmente se l’è inventata Bruce sul momento.)
Ma è un action, almeno di nome, vuoi non metterci un montaggio sincopato e dinamico?
Si…lo volevamo tutti infatti.
Scena:
- Bruce Willis davanti al tribunale, ma davanti davanti, tipo 5 metri;
- Il tribunale esplode, casino da non vedere, macchine che esplodono, reggiseni ovunque;
- Bruce Willis per terra, che si alza in dieci minuti , sempre a 5 metri…
Secondo voi non manca qualcosa? Tipo una scena di raccordo, con Willis che veniva scaraventato via dall’esplosione per dare un senso a tutto questo?
Dove minchia era Statham controfiguro?!
Niente, anche il montaggio non pervenuto…

E quindi?
E quindi pessimismo, imbarazzo e fastidio.
DIE HARD – UN BUON GIORNO PER MORIRE è uno di quei film che hanno la capacità di farti rivalutare tanti film orrendi visti prima di lui, l’aborto del cinema action di questo decennio, e lo dico con la certezza di un daltonico che passa col rosso perché una roba simile non te la tirerebbe fuori neanche il peggior Uwe Boll, e quello l’abbiamo già sistemato a tempo debito.

In diversi mi avete chiesto “Che fine ha fatto il Blog?” “Quando scrivi ancora?”, e non sapete quanto la cosa mi abbia fatto piacere, e di ciò vi ringrazio.
Ma perché aspettare così tanto a postare questo post, se il film l’ho visto quasi un mese fa?
Un po’ perché non ho trovato il tempo, un po’ per il lavoro, un po’ perché Ni No Kuni mi ha fottuto completamente cervello e tempo libero, ma soprattutto… perché dovevate soffrire anche voi come ho sofferto io.
La fine di un’era andava vissuta e condivisa.
Certo, se l'era si può considerare VERAMENTE chiusa...

Piangiamo



Recensione: Now You See Me,il figlio illegittimo del solito sospettoche ha fatto i compiti a casa

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Dopo mesi di assenza, mi viene voglia di scrivere.
Sarà l’insonnia, sarà il clima, saràperchètiamo, ho deciso con innaturale nonchalance di riprendere in mano il blog per una recensione.
Il brutto è che in questi mesi di film ne ho visti parecchi, anche migliori (ma anche peggiori, intendiamoci) ma non mi sono più messo a scriverne, e visto che l’ultimo di cui avevo sproloquiato era quella puttanata atomica di DIE HARD 5…facciamo che senza dilungarti troppo come al solito buttiamo giù due parole su questo NOW YOU SEE ME.

Va detto che quando in un film ci sono intrighi e mistero, il deus ex machina nascosto in piena luce che controlla tutto e che non scopri fino alla fine (quando va bene), le pianificazioni dei grandi colpi, ecco io ci vado a nozze.
Mi esalto a vedere il quadro generale che si dipana davanti agli occhi, quando più si dipana più credi di capire tutto, e quando arriva il finale quello ti smerda in maniera violenta e ti dice “si ti ho preso per il culo alla grande, amami per questo” e io, modestamente, amo.
Se poi tutto questo viene calato nel contesto del mondo della magia,ma non "quel tipo" di magia Harry, nessuna leviosàà e niente di tanto potente che faccia dimenticare tutto e tutti a Emma Marrone,o abbastanza potente che permetta a noi di dimenticarci di lei,qui si parla di Entertainment

"la prestidiginirimizzazione"
allora il gonzo boccalone che è in me, che si esaltava a vedere David Copperfield in tv, si agita come un’anguilla in un barile, e ciao, fine dei giochi.
Insomma dopo che questi quattro maghi da strada

QUESTI quattro: prego notare il grande Woody sulla destra, il resto è tappezzeria.
Si, compreso il fratello scemosimpaticomah di James Franco

vengono reclutati da COLUI CHE NON DEVE ESSERE NOMINATO SENNO’ SALUTIAMO IL CHLIFFANGER FINALE succede che bam, passa un anno, e dal derubare i passanti si ritrovano protagonisti di un mega show a Las Vegas, dove pensano bene di derubare una banca davanti agli occhi di tutti i presenti, telespettatori compresi.
E visto che di solito in questi casi La Polizia s’incazza, l’FBI nella figura di Mark Ruffalo (occhio a non farlo incazzare, oooocchio…) li arresta al volo, rimediando però solo gran figure da pistola, che quelli gli dicono “so’mmaco!” e lui può solo star lì a prenderle.
Da lì è tutto un Lupìn-Zazzà, con questi quattro che girano per il paese compiendo furti in mainstream e regalando le refurtive a destra e a manca, e con l’FBI che gli corre dietro come un gatto che insegue un puntino laser arrivando sempre tardi e rimanendoci pure male, fino al gran finale.


Da qui, se non l’aveste visto, SPOILER come se non ci fosse un domani: ‘zzi vostri.
Un gran finale per certi versi doppio che, se proprio vogliamo spaccare il capello che non ho, lascia un po‘d’amaromontenegro in bocca, perché se da una parte te l’han menata talmente tanto con la storia dell’Occhio, questa società massonica della Magia, alla fine vorresti pure vederli questi Tagliapietre dell’occulto, fermamente convinto che Homer e Steve Guttenberg siano lì dietro che non aspettano altro che pigliarti a pagaiate
"We Do...We Dooooo!"

e non ti basta una scena incollata con lo sputo su una cacchio di giostra dei cavalli e una dissolvenza farlocca, perché va bene lasciare un po’ di mistero, va bene che non mi spieghi niente, ma c’è una bella differenza dal non volertelo spiegare per esigenze artistiche (la trottola nel finale di Inception? la luce all’uscita di The Cube?) e la sensazione che non te lo sappiano spiegare, come in questo caso.
E infatti non ti basta. Proprio no. Restiamo nel limbo dell’ignoto: è (paraculamente) magia.
Il vero finale, quello che cipiacetanto, riguarda però Ruffalo, questo Zenigata sfigato che in realtà proprio sfigato non è, e mi riesce a prendere per i fondelli lo stracazzutissimo sgamatore di maghi Morgan Freeman (che, ricordiamolo, è pur sempre Dio)

"Ci sono rimasto dimmerda..."

ma non gli spettatori meno sgamati, quelli che tanto per intenderci hanno I Soliti Sospetti come film di culto e si sono esaltati con Slevin, che possono godere di un Kaiser Soze che fa una mossa kansas city di un certo livello, ma che è pur sempre un piacere per gli occhi.
Il domani è arrivato, la FINE degli SPOILER è giunta.

Indiperquindi, tirando le somme?
I capolavori sono altri, ma il film acchiappa, dalla messa in scena fastosa ai protagonisti (il grande Woody, Dio, Mark Ruffalo e il sottoutilizzato Michael Cane regnano su tutta la tappezzeria), la regia scorre fluida e l’umorismo e i colpi di scena aiutano a tenere in piedi un buon intreccio, non complesso ma ben bilanciato.
Uno dei “Film da Colpo di Scena Risolutivo Finale che ripaga anche da solo il biglietto”, non se ne vedono tanti, e il primo che dice Shyamalan verrà percosso e lapidato.

VOTO: 7 ½ - Buona prova, ha evidentemente fatto i compiti a casa

"Ora mi vedi, ora non mi vedi più...magggico"



Consigli per gli acquisti: PS3 a fine carriera? Minimaspesa,massimaresa(PART 1)

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Allora, uomini e donne d’anima Nerdosa, siete pronti per Playstation4?
Per i malati che popolano “questo mondo che ci è ostile, rovinato dalla droga” l’attesa sarà già a mille, e non mi stupirei del contrario: è gente che appena ne ha sentito parlare ufficialmente ha lasciato una nuvoletta di polvere nel punto dove li vedevi seduti un secondo prima, una sagoma nella porta e via di prenotazione violenta.
Mi ritengo ovviamente parte integrante nonché fomentatore di questo sistema malsano.
Beh fatto sta che giocando con la mia ragazza l’altro giorno mi sono reso conto che per una ragione o per l’altra, tipo che aveva di meglio da fare, cose serie come studiare e crearsi un futuro invece di cazzeggiare da brava cicala come i sottoscritti, in giro c’è pieno di gente che questa generazione di console attuali l’ha saltata a pié pari, ma proprio totalmente.
No, seriamente.
E dato che molti si affacceranno solo adesso al mondo PS3 approfittando del prezzo-basso-fisso della console ormai a fine carriera e di un parco giochi usato che noi giocatori sciagurati e delapidatori di pecunia ce lo sognavamo, ecco un breve compendio del risparmio, una raccolta di titoli più o meno celebri/celeberrimi/famigerati che hanno fatto questi otto (occristo sono già otto?!) anni di storia video ludica recente.




RATCHET&CLANK – ARMI DI DISTRUZIONE
Quando ancora lavoravo in negozio, per quanto fossero passati anni dall’uscita, questo era uno di quei titoli che consigliavo praticamente a tutti, e tutti lì a tornarmi in negozio per ringraziarmi, neanche l’avessi fatto io.
Tutti, tranne un pirla che giocava solo a Manhunt. Ma vabbè, son casi umani.
Il connubio tra platform e sparatutto in Armi di Distruzione è qualcosa che rasenta la perfezione.


Dopo la nascita della serie, avvenuta una dozzina d’anni fa su PS2 e proseguita per altri 2 capitoli (più un Gladiator che anche se non c’era non moriva nessuno), il Lombax e il suo logorroico socio di scorribande robotico sbarcano su PS3 nel 2007 e fanno piazza pulita.


Un’avventura spaziale, è proprio il caso di dirlo, spingerà Ratchet ad esplorare decine di pianeti e a potenziare il proprio arsenale di armi assudrde, alla ricerca di quel pusillanime cazzone del Capitano Quark e intenzionato a salvare l’universo dalla minaccia dei Cragmiti, guidati dall’imperatore Tachyon, i soliti mostrilli classicamente brutti ma con un conto in banca da paura e una smania di conquista che neanche Mignolo col Prof (Prof-Prof).
Corredato da scene d’intermezzo fatte come Pixar Dreamworks comanda (che va bene tutto, ma non esageriamo dai), questo Ratchet&Clank vomita divertimento, adrenalina, azione e comicità su giocatori di tutte le età (ma i grandi si divertono di più).


Coloratissimo e veloce, Ratchet&Clank-Armi di Distruzione è uno di quei pochi giochi di nuova (ormai passata?) generazione che non dura un pomeriggio a tempo perso, bensì longevo senza risultare mai stancante, e tra oggetti da raccogliere, armi nascoste, sfide nell’arena e percorsi da sbloccare ti ritrovi a finirlo per la seconda volta e a non averne ancora minimamente abbastanza.
Si trova al modico prezzo di 10/15 euro usato, sulla baia probabilmente ve lo tirano dietro.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate:
 8 di sicuro, che poi ci rimani male e lo vuoi re iniziare subito.
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 9






UNCHARTED 2 – IL COVO DEI LADRI
Senza se e senza ma senza arte né parte non sono capace di stare a guardare senza esaltare questo autentico capolavoro, come cantava quel burino di Pappalardo, o poco ci manca.


 Serie nata sulla generazione attuale, e sulla stessa giunta ad un terzo capitolo molto meh con una perla per console portatile davvero notevole, ha dato il meglio di sé con il secondo titolo della serie, questo Uncharted 2-Il Covo dei Ladri (dove incredibilmente non c’è nessun “covo dei ladri”, grazie ennesimo traduttore ad minchiam italica) è la perfetta fusione fra il mondo del cinema e quello video ludico, quello che per intenderci Hideo Kojima non è riuscito a fare col suo Metal Gear Solid 4 Ma Per Favore, un “gioco” che oltre alla peculiarità di spacchettare la michia al giocatore coi suoi interminabili filmati pieni di nulla non aveva da offrire, quindi se ve lo steste chiedendo NO, non lo troverete in questo listone, ma torniamo a noi.


Il motore grafico utilizzato, creato appositamente per sfruttare al massimo le potenzialità di PS3, era già nel 2009 qualcosa di meraviglioso, tanto che anche oggi può permettersi di mandare a letto senza cena molti titoli attuali, schiaffi dietro le orecchie e pedalare, grazie.


Ma quel che colpisce, la vera forza di Uncharted 2 sono principalmente la storia e i personaggi: il cacciatore di tesori Nathan Drake, protagonista della serie ed erede videoludico del miglior Indiana Jones, fuso alla figaggine del miglior Bruce Willis d’annata, è il protagonista perfetto per un titolo action, ma un titolo action come non se n’erano (se ne sono?) mai visti.



Il gioco è una sequela interminabile di situazioni ad alto tasso d’adrenalina,  fughe a rotta di collo, inseguimenti catastrofici, nemici sempre più forti, un’I.A. infida e bastarda (a livelli avanzati), battute e battutacce, scoperte, cacce al tesoro, enigmi da risolvere, il tutto visto con ottica cinematografica: per tutto lo svolgimento della trama ci si sente protagonisti di un film, più che di un gioco, divertendosi ed appassionandosi via via a un personaggio più azzeccato dell’altro, ed esaltandosi dieci volte di più che con un qualsiasi action movie (parola!)
La versione collector (una scatola in metallo, due cartoline e pedalare) costa ancora sui 30 euro in negozio, si consiglia caldamente o l’usato della versione normale (17) o l’acquisto diretto su internet, che tanto hanno tutto e ci scappa il prezzo-miseria.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): Almeno una quindicina tutte…
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 9






BURNOUT PARADISE – THE ULTIMATE BOX
Allora, questo prendetelo con le molle, non perché sia un brutto titolo (anzi!) ma perché il mio giudizio potrebbe essere LEGGERMENTE di parte in quanto io e i giochi di guida andiamo d’accordo come Beppe Grillo con qualsiasi altro essere vivente che non sia Beppe Grillo che non sia d’accordo con Beppe Grillo.
Certo ho giocato i miei Gran Turismo (annoiandomi a morte), ho divorato qualche Forza Motorsport (siamo più o meno sempre lì) e dopo diversi altri tentativi falliti ho capito: mi piace lo sfacelo ignorante.


Dell’epoca PS2 ricordo con amore Burnout Revenge, e questo Paradise di Criterion me lo sono goduto non alla grande, di più.
Una città completamente libera da girare e devastare, sfide ad ogni incrocio, gare sferraglianti per le strade di Paradise City con gli AC/DC a dettarti i tempi, salti che Hazzard impallidisce e si vergogna, macchine da vincere, tempi da battere, roba sbloccabile in ogni dove, e il tutto con l’inconfondibile stile Burnout,


ossia scaraventando le auto rivali fuori strada procurando incidenti a catena che danno quella soddisfazione che, purtroppo, non puoi toglierti mai la mattina quando vai al lavoro e ti trovi davanti quel coglione col macchinone che va ai 30 km/h e tu sospetti sempre che in fondo è perché ti vuole male o solo perché ha il cappello.

Perché Ultimate Box? Perché il gioco è uscito nel 2008, e a parità di costo conviene buttarsi a pesce su questa seconda edizione che racchiude tre espansioni uscite successivamente e , oltre a nuove auto, permette di fare tutto quello sopracitato anche in sella a una due ruote.


Mica male davvero.
Il tutto al modico prezzo di…se lo trovate usato a 12 euro è già un furto. Fate voi.
NOTA: Da questo mese è disponibile “gratuitamente”su PS Plus (nel senso che si, gratuitamente se hai il PS Plus, al costo di 50 bombe annuali, che comunque ripagano appieno il servizio con una valanga di giochi gratuiti: credetemi, conviene) NEED FOR SPEED MOST WANTED, sempre di Criterion.


Dice, cosa c’entra? C’entra perché nonostante il brand sia un altro, in mano a Criterion è diventato smaccatamente unBurnout Paradise 2.0, con qualche aggiustatina qua e là, con qualche fuga dalla polizia in più e qualche moto in meno.
A voi la scelta, se pensate di abbonarvi al PS Plus forse confine scaricare questo.
Scaricate. Come se non ci fosse un domani.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): Non esiste, non si finisce mai di correre e madonnare. Mai.
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 8






STREET FIGHTER 4 / SUPER STREET FIGHTER 4
Ryu, Ken, qulla sagoma di Mr.Bison, Blanka che piace tanto a chi non sa giocare seriamente, i cosciotti da cottimista di Chun-Li, la zazzera antigravitazionale di Guile: Street Fighter è tornato di prepputtenza su questa generazione e si riprende il posto che merita nell’olimpo  del picchiaduro, diventando di bottE il top di gamma dell’intera categoria.


LEGGI: IL MIGLIOR PICCHIADURO DI QUESTA GENERAZIONE. PUNTO.
Grafica 3D e gameplay su due dimensioni come tradizione e Dio stesso vogliono (che l’EX Plus Alpha aveva già fatto fin troppi danni), il gioco sa essere tecnico e allo stesso tempo abbordabile da ogni tipo di giocatore, che dal canto suo dovrebbe perlomeno dedicare un po’ di tempo per conoscere a fondo uno o più personaggi per risultare minimamente competitivo. E ripaga.




ECCOME se ripaga.
Normale o Super? Perché star lì a guardare il capello, cosa cambia?
Beh cambia che dalla prima (già di suo ecceziunaleveramente) versione alla seconda siano stati aggiunti 10 personaggi tra nuovi e ripescati dal passato della serie, si sia visto il ritorno dei bonus stage (la rottamazione preventiva dell’auto, quei fottuti barili che piovono dall’alto), l’aggiunta un’ultra combo in più per ogni personaggio così non si fa torto a nessuno, e ovviamente l’inserimento di qualche modalità in più, anche se in fondo sempre di prendersi a mazzate sui denti in allegria si tratta, quindi a conti fatti la seconda è già un compromesso migliore, anche perché essendo uscita pure la versione Ultra, queste ovviamente puntano al ribasso come ridere.


Nei negozi girano anche le ORRENDE versioni Essentials, se siete minimamente amanti dell’estetica sputateci sopra e andate o di usato, o direttamente su Amazon, e anche qui con 10 euro vi portate a casa un pezzo di storia. Fate vobis, ma fate.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): Più infinito
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 9
Voto globale: 9






HEAVY RAIN
Ok, qui siamo in zona credenti.
Nel senso, all’uscita del titolo di Quantic Dream, Heavy Rain ha diviso il pubblico, ma proprio spaccato in due, brutalmente. Soprattutto perché chi si aspettava un gioco c’è rimasto di merda e ancora non l’ha mandata giù.
Heavy Rain è un film, non meniamola tanto.


Un film, un bellissimo ed intricato lungometraggio che tocca lo spettatore nel profondo e non solo lo immerge in un duro mondo realistico (passate il termine), ma gli permette di decidere liberamente lo svolgimento della storia tramite infinite opzioni di scelta, tanto che una piccola variabile ad inizio avventura può portare a finali completamente diversi.


Lo spettatore/giocatore/insomma il tizio col pad in mano prende il controllo di 4 personaggi diversissimi tra loro (un padre di famiglia, un investigatore privato, un agente dell’FBI e una giornalista) e sviluppa le rispettive vicende che vanno ad intrecciarsi e legarsi a filo doppio, ognuna votata alla risoluzione dell’enigma dell’Origami Killer, assassino seriale di bambini. Il bastardo va ammazzato.


Migliaia le variabili in gioco, centinaia le scelte da fare, 18 i finali possibili, in quanto un personaggio può sopravvivere o morire a seconda delle scelte fatte in qualsiasi momento, portando lo svolgimento della vicenda su binari completamente diversi ogni volta.


Non consigliato, di più, un titolo imperdibile soprattutto per chi vuole vedere il videogame con occhi completamente nuovi.
NOTA: Uscito nel Febbraio 2010, nell’ottobre dello stesso anno si è pensato bene di farne uscire una versione per Playstation Move, vale a dire il celebre dildo monotesticolare (cit.) che nelle fantasie di Sony doveva fare concorrenza alla Wii. Crediamoci.
Le due versioni non cambiano di una virgola (anche quella normale dopo l’aggiornamento permette l’utilizzo del Move) quindi andate tranquilli, una o l’altra fa lo stesso, con una dozzina di euro nel regno dell’usato o in rete fate la vostra comoda spesa.

PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
Numero di partite completate (offline): 4 e mezza, anche perché poi la storia è lunga, e i finali sono tanti, oh…
Livello di assuefazione/coinvolgimento: 10
Voto globale: 9


Chiudiamo così questa prima parte, anche perchè di carne al fuoco ce n’è parecchia e di prima scelta (anche se usata).
Avrei voluto ficcarci dentro titoloni di punta tipo MASS EFFECT o CALL OF DUTY: MODERN WARFARE, ma magari se ne riparla, anche perché lì potrebbe entrarci un discorsone sulle trilogie che ciao, non finisce più.
Per ora Buona spesa gente, e come dice l’amico Prazzo, “non spendete più di 50 euro”… per tutto però!

Brutti risvegli: Ben Affleck è BatMAH

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Antefatto: La sveglia suona, e come al solito me ne sbatto altamente.
Cioè, il suono è fastidioso ed è voluto, perché sennò chi si sveglia, ciao, e “sbattersene altamente” è relativo perché comunque alzarmi devo alzarmi, è imperativo, almeno finchè il lavoro cel’ho, eppure per trovare un compromesso meno violento negli anni ho imparato a tirar fuori il tentacolo destro dal letto e slittare il dito sull iPhone per spegnere quella cacchio di sirena navale.
Traumatica, tutto quello che volete, ma è l’unica cosa che mi esprima la gravità della situazione, l’impossibilità di rimandare, il fatto di dovermi alzare per forza di cose.
Un enorme scritta EMERGENZA a neon rossi mi lampeggia sulla testa.

Solo che s
tamattina EMERGENZA voleva dire altro.Perché apro Facebook e qualcuno ha dato la triste notizia, e spero sia fuffa, spero sia la solita vaccata di Facebook che quando non sa più cosa dire butta il sasso e aspetta la frantumazione, camminando di spalle al danno, al ralenty. Con gli occhiali scuri che fanno figo.
E invece no, perché IGN non mente, a IGN glielo puoi leggere tra le righe in codice binario che fa sul serio:
è stato scelto il nuovo Batman.
Solo che mi sono appena svegliato e non capisco cosa ci stia a fare il faccione barbuto di Ben Affleck sotto al link.
Poi realizzo, ed è il dramma.

Ben Affleck è il nuovo Batman.
Ben Affleck è il nuovo BATMAN.
Cioè, questo qui: 


Il tipico sorriso di quel piacione di Batman
Ero preparato psicologicamente al fatto che dopo due meravigliosi capitoli e mezzo (…) mi sarei dovuto abituare a vedere qualcun altro che non fosse Bale dietro la maschera e qualcun altro che non fosse Nolan dietro la macchina da presa.
Ero riuscito ad accettare la versione di Snyder di questo nuovo Superman, o meglio di questo Superman attualizzato, che sinceramente mi è piaciuto moltissimo, e la cosa assume una valenza decisamente maggiore considerando che odio il personaggio con tutte le mie forze da, tipo, sempre.
Alla notizia che il secondo Uomo d’Acciaio sarebbe stato un Superman vs. Batman sono andato in estasi, mi sono detto “Finalmente la DC tira fuori le palle non solo sui singoli personaggi, ma sta pensando a 360°, bene!”.
Mi ero messo il cuore in pace sapendo che non ci sarebbe stato più Bale, ma visto che al semisconosciuto Henry Cavill era stato affidato il personaggio di punta del DC Universe, pensavo/speravo/pregavo che anche per Batman sarebbe stato fatto lo stesso tipo di scelta, un attore meno di fama ma più adatto alla parte.
E questi mi scelgono Ben Affleck.
Giuro, volevo riaddormentarmi.

Cioè, ma seriamente, perché farsi del male così?
Per carità, Argo è un gran bel film, ma qui parliamo di cinefumetti, e ancora peggio: parliamo di Batman!
E soprattutto lo diamo in mano a un recidivo, perché ricordiamo le colpe imperdonabili, quest’uomo ha fatto QUESTO:

Sono Devil, e devi ringraziarmi: senza di me non avreste conosciuto gli Evanescence
Complice una sceneggiatura scritta certamente da tossicodipendenti e un regista al suo secondo film (che non contento ci ha REGALATO poco dopo QUELLA PERLA di Ghost Rider ), l'attore che ha reso di colpo tutte le ciabatte espressive dietro la maschera di Devil.

Non è che si potrebbe richiamare Val Kilmer, tipo, no?
Ho la tristezza negli occhi, il crimine nelle mani…

Che poi oh, uno mangia e dorme lo stesso, figuriamoci, e poi magari da qui al 2015 Ben Affleck si scopre un Batman della madonna (crediamoci) con una signora (doppia) personalità (ri-credici) e la prestanza fisica adatta, e quella potrebbe anche starci tenendo conto del fatto che avrà comunque 43 anni, troppo giovane quindi per fare il vecchio incarognito ritiratosi dall’attività de Il Ritorno del Cavaliere Oscuro (dal quale PARE sia tratto il prossimo film, ma prendiamolo con le molle ) 


MOLTE MOLLE
Vabbè, quindi? Io il mio beneficio del dubbio lo do’ a Snyder/Nolan, dato che con Man Of Steel mi hanno lasciato piacevolmente sorpreso, mi riservo un meh per tempi migiori, rimanendo per ora inorridito e pieno del malessere che notizie come questa mi creano appena sveglio, che nel dormiveglia non hai difese, e lì sono badilate sulle gengive dirette, neanche l’attrito dell’aria limita la botta, niente.
Amarezze violente

Ma in tutto questo il nostro Robin, Joseph Gordo-Levitt, il neonato e a quanto pare neodefunto Batman del finale de Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno di Nolan, come l’avrà preasa? 

Il giovane con le orecchie a teiera...davvero qualcuno c'aveva creduto? 

Ma.Per.Piacere.
Non c'ha mai creduto neanche lui...

Videogames Autunno 2013 - Lista d’Attesa, scelte nostalgiche di ungiovane vecchio in crescita

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Che l’attesa, dicevamo, spesso è cattiva consigliera, si sa.
Attendi una vita un filmone X, un numero X di un fumetto X, un gioco X, e poi VRAAM! tranvata violenta nei denti e via andare, che ci rimani male a volte anche per generazioni.
Ma quello che mi aspetta penso/spero/mitoccoaffinchè sia un autunno più che roseo, almeno in campo video ludico.
Non avendo fondamentalmente più tempo utile come quando si era pischelli svogliati da liceo, quando si tornava a casa da scuola e subito passava lo scoglionamento didattico dato che avevi quel Dragon Quest lì o quel Final Fantasy là da portare avanti e finire “alla perfezione e ci mancherebbe altro”, sembra giusto affrontare la cosa da persone adulte, farsene una ragione e mettersi il cuore in pace, e quindi PRENOTARE IL MONDO con la sicurezza di un daltonico che passa col rosso.
Facciamo che si buttano giù due righe molto ignoranti per ricordarsi gli appuntamenti più imminenti, pronti via:



ONE PIECE: PIRATE WARRIORS 2
Si comincia oggi 29 Agosto con l’aperitivo a base di carezze nei pugni e mazzate colorate con ONE PIECE: PIRATE WARRIORS 2, seguito del gioco uscito meno di un anno fa nello stivale, che un po’ riparte da zero, un po’ reinventa, un po’ cazzeggia con la storia 


e aggiunge qualche novità, tipo la possibilità di utilizzare l’Ambizione, l’aggiunta di tre ambientazioni nuove tra le quali Thriller Bark e una cosa come pare 37 Personaggi giocabili divisi in tre grandi sottogruppi: la Grande Alleanza Pirata (i pagliétta e gli altri “buoni”), quegli infami della Marina (a me, Smoker!!) e la Grande Alleanza Pirata con i grossi calibri bastardi, come quello stronzo di Marshall D. Teach.
Io dico solo: 




Grazie, non mi serve altro.
Viene il dubbio che abbia un debole per gli spadaccini. Mah.
Il gioco per chi non lo sapesse è un Musou, alla Dinasty Warriors per intenderci


dove il protagonista scelto va guidato in mezzo ad orde ed orde di poveri cristi che (nonostante l’origine giapponese, si vede che negli anni hanno imparato) attaccano in massa e vanno sbaragliati a legnate gratuite, con devastanti combo in singolo o aiutati dai compagni sul posto.


L'hype è medio, visto che dal primo (non lunghissimo) capitolo è passato solo un anno, e questa sembra più che altro una versione pimpata, riveduta e corretta di quel titolo, ma oh, NOI fan siamo incontentabili, NOI ci beviamo tutto e vogliamo sempre di più.
Se la minestra è buona, o anche solo decente, va bene anche riscaldata.


PER CHI GUARDA SOLO LE FIGURE
Piattaforma: PS3 (e PSVita solo in Giappone, bastardi…)
Con Parole Tue: Massacrarsi in allegria, scioltezza e coloreria jappa
Consigliato: For Fans Only, fumettari o animedipendenti che siate, One Piece è qui!
Livello di attesa: 7, ma solo perché dal primo è passato un anno




KINGDOM HEARTS: HD 1.5 ReMIX
Finito l’aperitivo, il 13 Settembre si passa a un antipasto/primo che se a ottobre dovesse finire il mondo morirei comunque felice: la tanto attesa riedizione del primo, glorioso Kingdom Hearts arriva finalmente nel nostro dimenticatissimo paese, e scusate, ma non se ne vedeva la cacchio di ora!


Questo titolo tanto amato sulla generazione PS2 ritorna completamente in HD con qualche aggiunta posticcia, nuovi boss, nuove mosse, televisore o mountain bike con cambio shimano in omaggio a scelta.


L’universo Square(Enix) impatta con quello Disney in una delle storie più belle e incasinate di sempre, che a confronto Inception è la Peppa Pig, portnado avventura, divertimento, poesia, combattimenti action e GDR ad un’ideale punto d’incontro raramente raggiunto da lì in poi.


Caposaldo della cosiddetta “ruolistica minore”, Kingdom Hearts è solo apparentemente semplice e bimbominkioso, scoprendosi in realtà un gioco molto profondo e vasto, dal sistema di controllo immediato e adattissimo a qualunque palato, ma che può soddisfare anche i giocatori più esigenti in termini d’impegno (auguri a battere Sephiroth prima del Liv.98, per dire)

Lo stronzo
Un pezzo di storia videoludica lustrato e messo a lucido per i vecchi fan (eccomi) e le nuove generazioni, che non devono perdere l’occasione, ma proprio non devono… capito piccoli stronzi?
Chicca di notevole magnitudo presente sul disco è inoltre l’adattamento del bellissimo Kingdom Hearts: Chain of Memories uscito per GBA millemila anni fa e poi rieditato (solo in Giappone, bastardi…) per PS2 con grafica 3D, che presenta un sistema di combattimento basato sulle carte, di cui la regia ci agevola un’immagine.


Per concludere il tutto, una raccolta cinematica dei filmati d’intermezzo (vogliamo dirlo? un film) visti nel mediocre Kingdom Hearts 358/2 Days per DS, ma va bene così, che l’animazione è sempre stata di buon livello.


PER CHI GUARDA SOLO LE FIGURE
Piattaforma: PS3
Con Parole Tue: Final Fantasy incontra la Disney in un GDR Action da sogno
Consigliato: A tutti, fan e neofiti, grandi e piccini, mamme inviperite contro GTA
Livello di attesa: 9, negli anni è invecchiato, ma resta nella top 10 del genere




FINAL FANTASY X | X-2 HD REMASTER
Altro classicone, altro capolavoro, altra riedizione HD, altro titolo imperdibile, altro che.
C’è da aggiungere altro?




No.
Ma nel caso ci fosse, per chi negli ultimi decenni si fosse nascosto sotto una roccia così per sport, diremo che si tratta di un GDR, il primo a sbarcare su PS2 e l’unico a rimanere davvero nel cuore dei giocatori di tutto il mondo, anche perché l’X-2 (presente anch’esso su disco) è la morte della serie nonchè probabilmente il peggior sequel di sempre, e il successivo Final Fantasy XII ha un po’ diviso l’universo tutto, a causa principalmente di un sistema di combattimento non apprezzatissimo dai più, dove “non apprezzatissimo” va letto come “ha fatto suicidare della gente, causato pestilenze, e altri disastri”

Tipo
Il primo ad implementare un sistema di crescita dei personaggi aperto, grazie alla Sferografia che permetteva di accrescere le singole abilità dei personaggi in modo specifico.
La storia ruota tutta attorno a Tidus, giovane giocatore di Blitzball catapultato 1000 anni nel futuro per sconfiggere il terribile Sin e accompagnare la Sacerdotessa Yuna alla ricerca dell’Evocazione finale.


Detta così, mi rendo conto, è riduttiva, ma fidatevi: ve ne innamorerete, e non ve lo dimenticherete più.
Il bundle sarebbe disponibile anche per PSVita, se ‘sti giapponesi si danno una scantata magari riusciamo a metterci le mani sopra prima che finisca il mondo, mentre la versione per PS3 è prevista per il 4 Ottobre.


PER CHI GUARDA SOLO LE FIGURE
Piattaforma: PS3, PSVita quando i giappi vogliono farci la grazia…
Con Parole Tue: Storia epica ed indimenticabile, l’ultima grande Fantasia Finale, prima del baratro.
Consigliato: Per chi l’ha amato e per chi se l’era perso: acquisto imprescindibile per chiunque abbia una PS3
Livello di attesa: 9, che diventa 10 per la versione portatile: il miglior FF sempre con me è da 10 pieno.





BEYOND: DUE ANIME
Pochi giorni dopo è il turno invece di Beyond: Two Souls (purtroppo Beyond: Due Anime in italiano) nuovo lavoro dei francesissimi Quantic Dream, già autori del bellissimo Heavy Rain di cui si parlava giorni fa.


Realizzato nuovamente con la tecnica del Motion Capture, e stavolta i calibri interessati sono nientemeno che Willem Dafoe ed Ellen Page, il film interattivo dei mangialumache si concentra questa volta sulla vita dopo la morte, permettendo al giocatore di vivere 15 anni nei panni della protagonista, una giovane in grado di comunicare con un’entità spirituale, compiendo scelte piccole o grandi in grado di stravolgere completamente il corso della storia.


Come anche in Heavy Rain, il coinvolgimento emotivo è uno dei punti cardine sui quali Quantic Dream si è focalizzata, creando per lo spettatore/giocatore un mondo riconoscibile nel quale potersi muovere liberamente e situazioni nelle quali potersi identificare.


Un gioco che non è un gioco, senza game over, una sceneggiatura degna di Hollywood, una grafica mai vista tanto vicina alla realtà,Beyond: Due Anime sarà il fiore all’occhiello di PS3, in attesa del salto epocale che si prospetta solo un mese dopo…


PER CHI GUARDA SOLO LE FIGURE
Piattaforma: PS3
Con Parole Tue: Un film da vivere, di cui essere protagonisti, da creare a nostro piacimento
Consigliato: A chi ha amato Heavy Rain e chi in generale vuole qualcosa di diverso dai soliti giochi
Livello di attesa: 9, non ci sono santi che tengano, tra i film più attesi dell’anno

Ma perché limitarsi all’autunno? Perché non continuare, perché quando proprio nel mese di novembre (il 24 per l’esattezza) uscirà questa piccola grande meraviglia qui?


Per una serie di motivi.
Prima cosa, perché l’evento meriterà un post a parte.
Seconda cosa perché sto cascando dal sonno, e ora che mi metto a incollare foto sul pezzo facciamo notte, quindi non s’ha da fare, fate i Bravi.
Non pensiamo toppo in là, per ora si torna a One Piece 2!

“Gom-Gom batti pugnetto!”




What if...?! del giorno: Josh Brolin's Batman

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Poi salta fuori che in effetti, prima di svaccare con la scelta di Ben Affleck (che poi sicuramente farà la sua porca figura e noi dimenticheremo un anno di pernacchie e sputi e insulti gratuiti, e ci divertiremo a vedere i suoi tre menti inguainati nella mascherona perché noi fan siamo fondamentalmente un pubblico di stronzi) altri attori erano stati contattati per la parte di Batman/Bruce Wayne, e tra quelli c’era pure Josh Brolin.
Allora: va bene che sceglie il regista e noi non contiamo una ceppa, va bene che avrà avuto le sue ottime ragioni, va bene che Affleck ha fatto Argo (e basta menarla però, dai), va bene quello che volete, ma avete presente Josh Brolin?
Quell’espressione da Giustiziere della Notte che prima di lui solo Charles Bronson, quella faccia da stronzo misantropo corrucciato che probabilmente gli ha rovinato tutte le foto di classe dall’asilo in su, le movenze misurate di quello che può saltarti alle spalle e metterti ko intanto che si beve un caffè.
Poi ribadisco, finirà già come sappiamo, con Affleck che strabilia tutti e sarà un Batman della santamadonna’ncurunéta,

"Verrete a baciare il bambino, stronzi"
(tipo Gilardino in nazionale, bam, cazzata, Prandelli è uno stronzo, tutti a fare gli allenatori che ne sanno di più, poi quello segna e avrebbe tutto il diritto di mandarvi tutti quanti affanculo), ma a parte tutto, a botta fredda, come prima impressione vi chiedo:


Non sembrava anche a voi una scelta FOTTUTAMENTE migliore?


Recensioni: ELYSIUM / RIDDICK / IN TRANCE a raffica

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C’è questa cosa strana, che poco prima di andare a vedere un film mi dico “stavolta non fare il solito liscone, vai a vederti il film, poi torni a casa a mezzanotte/l’una bello fresco, ti metti a letto col tuo bel mac e butti giù una rece veloce, così domani la sbatti sul blog e via andare” poi però non succede mai.
Perché torni a casa e hai già un sonno bestia addosso, che non hai più un’età e se ce l’hai comunque è quella sbagliata, la cassapanca di popcorn che ti sei preso al concorrenzialissio prezzo di un rene ha fatto reazione con il litro di coca per un effetto spugna devastante, roba che il Rag. Fantozzi coi suoi mille litri di Perrier risulta un patetico dilettante, e quindi?
E quindi niente, finisci in due secondi netti con un’espressione da Cristo morente, il corpo in modalità ragdoll svaccato in maniera imbarazzante sul letto e un portatile in precario equilibrio sulle gambe per l’intera nottata.
Brutte scene, bei momenti.
Tornando a noi, non avendolo fatto prima, e volendo tener fede a questo patto fatto con me stesso medesimo che un film = una rece, recupero gli ultimi 3 visti nell’ultima settimana e ve li tiro così brutalmente sui denti. Inside, ZONE SPOILER per chi c’ha il vizio.

ELYSIUM
2154: stranamente il mondo è andato a puttane, di nuovo, ancora. Continuo a trovare la cosa ripetitiva, ma pur sempre l’unico futuro prevedibilmente realistico, visto come vanno le cose. Sono un ottimista, non posso farci nulla.
Mentre i ricconi, i potenti e fondamentalmente gli stronzi che non hanno nulla da fare tutto il giorno se non bere the seduti al bar stanno su una stratosferica stazione spaziale a forma di logo Mercedes, la Terra è una baraccopoli unica, gli abusi edilizi non si contano più, un imprenditore è riuscito a costruire Milano455, la popolazione vive di stenti, la criminalità è parte del nuovo stile di vita comune, la desertificazione ha ricolorato il planisfero di un bel “marroncino terra arida”, da un momento all’altro ti aspetti che dall’orizzonte arrivi Ken il Guerriero a prendere a cedri tutti quanti.
E invece ti compare Matt Damon, e capisci già che piega prenderà il film.
Perché il vecchio Matt (rasato e inquartato palestrato al punto giusto) è un piccolo ex delinquente che tira a campare come tutti, con un passato segnato da discorsoni flagellanti con le suore fatti sempre e solo su altalene, che suo malgrado ha “eroe del popolo” marchiato a fuoco sulla fronte alta fin dalla prima inquadratura.



La vicenda prende talmente tante pieghe diverse e intacca (senza mai affondare davvero il coltello) tante tematiche che non si capisce se Neill Blomkamp, regista dell’apprezzatissimo District 9, si sia sforzato d’infilarcele o semplicemente non sapeva come mantenere quest’aura di finto realismo che caratterizza il suo modo di fare cinema.

[SPOILER ZONE]
Anche perché è inutile avanzare pretese di realismo quando riempi ogni sequenza di minchiate: il lanciamissili terra-aria-spazio è qualcosa di incredibile anche per un film SCI-FI; l’armatura/esoscheletro che piazzano addosso al protagonista moribondo sarebbe anche una figata, soprattutto quando te la presentano dicendo “può schiaccare la testa di un robot con un pugno”, peccato solo che non ci siano protezioni per le mani: pugni a mano nuda su acciaio temperato, una frattura dopo l’altra che è un piacere; tutto il finale poi sembra un enorme presa per il culo: ok che le macchine rigeneratrici guariscono anche le ferite più profonde, ma cristo, quel povero derelitto del villain non aveva più la faccia! Era lì a cervello aperto, e questi me lo tirano in piedi più in forma di prima! Senza contare che il computer di queste macchine del cacchio leggono solo il pratico codice marchiato a fuoco addosso a te, sennò nisba, niente cure, ma magicamente quando si tolgono i blocchi PUF! può entrare chiunque, senza codice, e aleeee le macchine sanno pure il tuo codice fiscale, cura per tutti, avanti un altro! Ma poi, ti aspetti un duello cervello/muscoli tra Damon e Nonna Jodie Foster, e invece?... 


"Sto venendo a darti la paghetta, giovine...e non ti piacerà"
e invece lo sgherro con manie di grandezza mi accoppa la persona più importante del mondo con un cazzo di vetro rotto e ciao duello, si risolve a cazzotti.
Senza contare che la soluzione del virus informatico che dà il potere di controllo praticamente a chiunque lo possieda ha un sapore e un retrogusto da botto-libera-tutti che non sta né in cielo né in terra (desertica).
[FINE SFOGO SPOILER]

Un film che sinceramente aspettavo, non con l’hype di un Rush o di un Avengers 2, ma cazzo da uno che ti ha tirato fuori quella chicca di District 9 ti aspetti qualcosa di davvero buono, lo stile da docufiction portato all’estremo, ti aspetti contenuti  e che questi vengano portati avanti con criterio e coerenza, e invece?
E invece l’entertainment ha vinto (si fa per dire) sulla qualità, o almeno ha alzato la voce coprendo quel che di buono poteva esserci, lasciando nell’aria solo un odore pesante di WTF?! e tante belle intenzioni ancora boxate sulla mensola, che non sia mai perdano valore una volta tirate fuori dalla confezione.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO

VOTO: 5  -  Un film che butta al macero idee valide e cede alla spettacolarizzazione insensata di un fanta-action qualsiasi, con un inaspettato livello 8 sull’indice WTF?! che, sapendo a monte chi è Neill Blomkamp e avendo apprezzato District 9, fa ancora più male
SCENA CLOU: L’operazione chirurgica e l’installazione dell’esoscheletro: peccato sia la sola cosa esaltante
CONSIGLIATO:
- Si, se vi è piaciuto Oblivion: questo è suo fratello, quello problematico
- No, se amate la fantascienza come genere e non come solo pretesto per far casino





RIDDICK
Semplice, pulito, diretto. Sto parlando del titolo, ovviamente.
Riddick è sicuramente un personaggio che colpisce, in tutti i sensi. La presenza scenica di questo anti-eroe interplanetario con gli occhi a visione notturna e i doppi menti di Vin Diesel è effettivamente importante, già dalle prime battute diPitch Black capisci che è uno tosto, il Riddick, cazzo c’è da stare attenti: un assassino, catturato a fatica, in attesa di condanna a vita, capace nonostante tutto di fare il figo da podio assoluto della situazione e fregare comunque tutti, è da tenere in considerazione.
Vorrei poterlo dire anche del personaggio visto in questo terzo episodio, ma anche da fan, non posso.
Non posso per dovere di cronaca, ma non posso nemmeno per l’affetto che provo per il Riddick che ho imparato ad amare proprio in Pitch Black, ma anche in quel flop galattico chiamato The Chronicles of Riddick (che a me comunque piacque, anche solo per il suo modo genuino di essere ignorante e fiero di esserlo, come Pozzetto ragazzo di campagna in quel della Milano bene), e questo dovrebbe farvi capire quanto questo terzo capitolo sia paragonabile ad un rigore tirato sul terzo anello, tra l’altro con portiere ubriaco accasciato in un angolo della porta.

Come ti smonto Batista
Perché il secondo film sarà pure stato un flop al botteghino, ma se c’era una cosa che teneva su tutta la baracca era proprio lui, un protagonista cazzuto, irriverente, sborone e tamarro ma che giocava di potenza e restava sempre fedele al personaggio, pur crescendo, in ogni situazione.
E visto che il primo aveva funzionato alla grande nella sua semplicità, e che il principale difetto del secondo è stato proprio espanderne a dismisura la mitologia, trasformandolo in un kolossal e cambiando totalmente genere, ecco che David Twohy e Vin Diesel decidono di tornare alle origini del film low budget e realizzare quello che, più che un seguito, puzza di remake lontano mezza galassia.
Il difetto principale di questo Riddick è quell’evidente tentativo di mettere in salvo il culo e giocare su un campo dove aveva già vinto e convinto col primo, eliminando con una mossa kansas city (venuta male) tutto quel che si era tentato di fare col secondo, e tornando alle origini “a una qualche maniera”.
Parte così una prima mezz’ora di film muto, con Riddick gravemente ferito e abbandonato su un altro pianeta disabitato (ma ovviamente ingolfato di fauna locale, tra mostrilli velenosi vari e dingo-iene feroci) intento a riappropriarsi della propria bestialità, per poi verso i primi sbadigli e i primi “ommaccheppalle io vado a casa” tornare finalmente se stesso, con l’arrivo dei mercenari intenti a dargli la caccia, che si troveranno volenti o nolenti e nolenti a collaborare per scappare dal pianeta.

La carne da cannone
Qui in realtà non c’è nulla da spoilerare, soprattutto per chi ha già visto il primo film: la storia delle batterie sembra un modo per allungare il brodo, i mercenari sono la solita carne da cannone, fatta eccezione per Katee Sackhoff che le si vuol bene solo perché è STARBUCK!, le battute sono ridotte all’osso e il mordente di Riddick scende inesorabilmente anche a causa del ritmo decisamente lento e dell’ovvia sensazione di “già visto, grazie” che permea l’intera pellicola.
Il finale per famiglie Disney poi è quanto di più bestemmiatico potevano tirar fuori. Fanculo.

PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
VOTO: 5 ½  -  Riddick, da stronzo e perfetto antieroe qual’era, diventa lo zio scorbutico ma buono che tutti vorrebbero avere accanto su un pianeta popolato da mostri. Vin Diesel è ora pronto per entrare alla Marvel/Disney dalla porta principale.
SCENA CLOU: Tutte quelle in cui Riddick gioca al gatto col topo con la carne da cannone
CONSIGLIATO?
- Si, se siete fan della saga e volete vedere come va a finire (?)
- No, se siete fan della saga e volete continuare ad averne un bel ricordo





IN TRANCE
E qui sono già nei casini.
Perché come faccio a parlarvi di In Trance di Danny Boyle senza sputtanare suspance/situazioni/colpi di scena e quant’altro?
Vediamo cosa posso dirvi… sicuramente che In Trance è un film a incastro.
In Trance è un esercizio di stile, un po’ come il Memento di Christopher Nolan, solo giocato in maniera diversa: il film apre con la sequenza cardine di tutto il film, con questo James McAvoy (dio se è bravo ‘sto gggiovane Professor X) che mi lavora in una casa d’aste, e durante la vendita di un quadro di Goya scatta la rapina viulenta, durante la quale il nostro protagonista (ma siamo sicuri sia davvero lui?) nasconde il quadro, rimediando però una botta in testa e un’amnesia colossale, che gli impedisce di ricordare il nascondiglio dell’opera.


I rapinatori non mollano, che insomma ‘sto quadro lo vogliono di brutto, e dopo aver torturato il povero McAvoy senza averne cavato un ragno dal buco pensano bene di mandarlo da una ipnoterapista per fargli recuperare i ricordi, ma durante la cura molti terribili segreti e ricordi sepolti vedranno la luce…
Ecco tutto ruota attorno alla sequenza di avvenimenti iniziale che si scoprirà poi, durante tutto il corso del film,  ben più articolata e ricca di elementi di quanto ci sia stata presentata, e qui sta un po’ l’ago della bilancia che ha diviso pubblico e critica.
L’espediente dell’amnesia, spesso utilizzato per mancanza d’idee in un trilione di film (e videogiochi) qui serve da base sulla quale costruire il gioco a incastro, al quale vengono costantemente aggiunti elementi inizialmente appena accennati o addirittura nuovi, creando un continuo effetto di disorientamento che dal protagonista passa allo spettatore.


Assieme all’ottimo McAvoy abbiamo un grande Vincent Cassel (l’unico davvero capace di recitare in casa Bellucci) e una sorprendentemente brava Rosario Dawson (si, maniaci, compare in un nudo integrale,  mi auguro che non guardiate il film solo per quello), il tutto girato con la visione trasversale di Boyle, quell’ottica disorientante e malata che ci ha regalato, oltre Trainspotting, anche 28 Giorni Dopo e Sunshine (ma anche The Millionaire).
Perfetto quindi? No, ovviamente no, perché il giochetto del continuo aggiungere elementi portanti, prima nascosti, dopo diversi passaggi risulta un po’ fastidioso, anche se ammetto che è effettivamente divertente intuire che quel personaggio in realtà stia facendo proprio quello che pensi, ma lo fa per ragioni (e con esiti) che non sospetti e ti spiazza completamente, oppure vedere proprio l’intreccio aggrovigliarsi sempre di più da una parte mentre il mistero contemporaneamente si dipana dall’altra.
Va detto: il finale effettivo (fisico, violento, esasperato) svacca un po’ il tutto, e lo spiegone definitivo è ridondante.
Altro neo (che in realtà non lo è), come prima scelta per il personaggio interpretato da Vincent Cassel era stato scelto Michael Fassbender, che dovette rifiutare a causa dei molteplici impegni: una maledetta occasione persa, perché per quanto Cassel sia ottimo, McAvoy e Fassbender insieme li volevo proprio rivedere.
Toccherà aspettare X-Men: Giorni di un futuro passato.


PER QUANTO RIGUARDA IL SOTTOSCRITTO
VOTO: 7  -  Dramma violento a incastro che gioca con lo spettatore, visto con gli occhi di un protagonista ignaro di esserlo. Attori super.
SCENA CLOU: La lunga telefonata alienante tra la Dawson e un McAvoy allucinato (e armato)
CONSIGLIATO?
- Si, se vi piace Boyle, avete amato Memento e le troppe parentesi aperte non vi spaventano
- No, se preferite i film lineari e odiate gli spiegoni che vi rovinano il piacere di arrivarci sa soli


Ma io poi, che cazzo sto leggendo? – Catalogo Autunno/Inverno 2013

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Mi rendo conto di essere scandaloso, mi sento in colpa.
Me ne rendo conto nel vedere la pila di roba da leggere che si accumula senza ritegno di fianco al letto ogni mese, il che non capisco perché visto che ho tagliato tutte le serie Vendicative da tanto mi stimolavano il rigonfiamento testicolare con quella merda no dai quella brutta cosa no no proprio quellammerda di MarvelNOW!

Quell’Avengers che non sa dove andare a parare ma preoccupatISSIMO di accontentare il nuovo popolo cinematogROTFL, un Iron Man che si prende le ferie e raggiunge i nuovi amichetti spaziali dei Guardiani della Galassia(giusto perché è il prossimo film che esce, di cui si teme il floppone e allora attacchiamoci uno che tira, va) disegnato bene (Greg Land) e scritto col culo (Kieron Gillen), un Thor che dopo il ciclo di Straczynski e Copiel ha perso qualsivoglia interesse (implodendo definitivamente con quella pagliacciata di Fear Itself) e, piange il cuore, l’amato Cap, che da quanto il re dei raccomandati John Romita Jr l’ha preso in mano è diventato illeggibile, nonché un insulto a chiunque abbia ancora il dono della vista.


Vaffanculo, Romita Jr.
Tra tutto, anche i manga non se la passano meglio.
Naruto (che seguivo orgogliosamente, con strenua e feroce determinazione fin dal primo numero) è ormai qualcosa di assurdo da tempo, ridicolo nel suo modo di voler essere a tutti i costi il nuovo DragonBall, e i continui incrementi di potenza non fanno che rendere il tutto ancora più la fiera del vabbè (ma nel senso più negativo del termine).
Toriyama, che era un gatto tagliato di qua e di là e da tutte le altre parti, l’aveva capito che continuare su quella strada l’avrebbe portato al ridicolo… quindi se n’è uscito con quell’ultima vaccata di Majin Bu (quando la serie doveva palesemente finire con la fine del Cell Game, ma vabbè) per fare un altro po’ di cassa per la pensione e buona lì, contenere i danni, ciao.
Naruto, si diceva, era partito benissimo, tutta la storia dell’esame dei Chunin e tutto il casino che ne è venuto fuori con Orochimaru eccetera, era una vera meraviglia, cominciando a svaccare però subito dopo lentamente e inesorabilmente, roba che leggerlo ormai mi dà la repulsione… ciao piccolo ninja dell’Enel, saluti a te e alla tua modalità fiammella, saluti alle città distrutte con un dito (il medio), saluti ai morti illustri tanto per fare “situazione tragggica”, saluti perché francamente hai rotto il cazzo.

Pareri condivisibili pescati a caso dalla rete...
E quindi? E quindi il tutto si restringe a una piccola cerchia di eletti, new entry che hanno stimolato le corde giuste, pochi irriducibili e qualche ritorno illustre perché gli si vuole dar fiducia.
Di seguito breve carrellata delle letture che allietano il mio tempo libero, quando non mi perdo via con Inazuma Eleven 3 (cioè sempre), e che ovviamente vi consiglio.



X-MEN / ALL-NEW X-MEN
CATEGORIA: New Entry
UN PERCHE’: Al primo posto in una classifica senza posti perchè se faccio un brainstorming di “fumetti che leggo” la prima immagine che mi salta in mente sono effettivamente i mutanti Marvel, ai quali ho dato qua e là negli anni rapide occhiate, ma solo con Scisma sono diventati per me lettura imperdibile.
In soldoni, Ciclope e Wolverine che se la litigano una volta di troppo e il gruppo si spacca a metà, con un Ciclope sempre più stronzo e Grande Piccolo Dittatore a tirarsi dietro un gruppetto di gente  


Tipo Emma Frost e...ehm...MAGNETO!
 elevarsi a difensore di tutta la razza mutante, andando automaticamente fuori strada (AvX) e diventando il simbolo della Nuova Rivoluzione Mutante.
“Nel loro piccolo anche i Figli di Papà s’incazzano”.
Contemporaneamente, siccome in uno slancio di celodurismo e pompato dalla Forza Fenice il nostro Scott ti va ad ammazzare nientemeno che Charles Xavier, la Bestia pensa bene di tornare indietro nel tempo e portare nel presente gli X-Men originali (tra i quali lui stesso e Ciclope) per riportarlo alla ragione.

La reazione spavento/inquietudine/macchiccacchioseipallettablu ci sta tutta, va detto...
ASPETTATIVE E REAZIONE: come prima di vedere X-Men L’inizio, prima di leggere ALL-NEW X-MEN il morale era da latte alle ginocchia, la speranza di leggere qualcosa di anche solo decente da un’idea del piffero come quella era meno che vana. 
E invece Colpo di Fulmine. Son cose che ti tirano su il morale. 




CONSIGLIATO A: anche a chi non ha mai letto una cippa e degli uomini X ha visto (purtroppamente) solo i film.





SUPERIOR SPIDER-MAN
CATEGORIA: Grandi Ritorni
UN PERCHE’: Questo è un grande ritorno, almeno per me.
Perché il buon vecchio Spidey è una conoscenza diciamo di lunga data degenza, un personaggio al quale ero particolarmente affezionato e che la Marvel, in tutta la sua lungimiranza d’intenti e in anni e anni di martellamenti e scelte brillanti, mi ha fatto odiare. 
Sto OVVIAMENTE parlando dello stupro del personaggio perpetrato con quella puttanata immonda di Soltanto un altro giorno / Un Nuovo Giorno, perché se hai un personaggio finalmente adulto e maturo, dopo tanti anni, ritrasformarlo nel minchietta sfigato che viveva con la zia ottocentenaria cancellandogli il matrimonio e 30 anni di vita editoriale è un colpo di genio. Proprio. Si.
Insomma, per dare una scossa a questo mondo han pensato bene di cambiare le carte intavola, ed inserire la coscienza/anima/quellochevipare del Dott. Octopus nel corpo di Peter Parker, e quella di Peter Parker dentro al corpo di Octopus.
Niente di che direte, sarà successo milioni di volte, chessaràmmai.


Solo che poi il corpo di Octopus schiatta con Peter dentro, e lì le cose si fanno interessanti.


E lui subito ad approfittarne. Chiamalo stronzo.
ASPETTATIVE E REAZIONE: il Nerdoverso tutto si è aizzato contro Dan Slott per aver scritto ‘sta storia, minacciandolo pure di morte tra un insulto e l’altro. Nel Nerdoverso trombano poco, diciamocelo. 
Io, come molti altri che conosco, vedo la cosa come un’ottima occasione per riproporre il personaggio, più cazzuto che in Back in Black: un Ragno determinato, anche cattivo e violento, con una morale distorta ma comunque con un codice da seguire perché della storia che “Da un grande potere derivano grandi responsabilità” non ci libereremo mai, e comunque va bene così.

"Marchi male, giovane. Marchi malissimo..."
CONSIGLIATO A: chi vuole un personaggio adulto e oscuro quanto basta, cancellando dai ricordi quellammerda di Soltanto un altro giorno / Un Nuovo Giorno






ONE PIECE
CATEGORIA: Evergreen
UN PERCHE’: Eh perché, perché…Perché One Piece mi accompagna dal 2001, anno della prima pubblicazione in terra italicobisciona, e non mi è ancora venuto a noia.
Perché la forza del One Master Piece di Eichiro Oda sta tutta in una storia che si evolve mantenendo le caratteristiche principali immutate, i personaggi che crescono con te, la comicità surreale, i combattimenti estremi, 13 anni e non sentirli, e ad ogni volume rimani lì con il respiro in sospeso, quei DOOOOOOOOON sempre più mastodontici a lasciarti a bocca aperta, quei momenti di commozione e di galvanizzo estremo che solo Oda con quattro righe ti sa tirare fuori.

Best. Moment. Ever.

ASPETTATIVE E REAZIONE: Le aspettative sono le stesse di sempre, sempre più grandi, ma la sua forza è di non averle mai deluse.
Che il piccolo Oda è così, appena credi di sapere cosa aspettarti, lui ti scombina le carte e ti tira fuori qualcosa di nuovo, un nemico, un compagno, una situazione, un flashback, una minchiata, e tutto s’incastra alla perfezione con quanto scritto magari dieci anni prima, lo completa, lo evolve senza mai snaturarlo: è la J.K. Rowling dei manga.
La reazione è sempre quella: esaltazione pura, da 13 anni a questa parte, senza mai perdere un colpo, MAI.
So già che quando sarà tutto finito piangerò. Lo so già.



CONSIGLIATO A: Tutti. Punto.




ORFANI
CATEGORIA: New Entry
UN PERCHE’: Perché il buon Roberto Recchioni, il RRobe, “quello di Asso” (http://prontoallaresa.blogspot.it/), sai com’è, ti scrive proprio bene.
Non è un caso che la Bonelli, portabandiera del fumetto italiano da più di 70 anni, gli abbia lasciato carta bianca non solo per rivitalizzare Dylan Dog (ci arriviamo tra poco) ma anche cacciando il soldo per una produzione completamente nuova e (per la casa editrice) rivoluzionaria.
Si passa quindi dal B/N al colore per questo ORFANI, epopea fantascientifica nella quale si possono ritrovare gli elementi cardine del mondo video ludico e cinematografico: Starship TroopersHalo, Aliens primi della lista (e neanche gli ultimi degli stronzi), che fanno l’occhio da triglia al lettore/giocatore/cinemaniaco di turno, richiami ad un genere per molti ormai dato per morto e sepolto.

"Vivi oggi...combatti domani"
ASPETTATIVE E REAZIONE: Un futuro apocalittico, dove s'intrecciano il passato e il presente di un gruppo di sopravvissuti, destinati a diventare i guerrieri del domani; la loro crescita, le loro lotte, la loro battaglia.
Sulla rete di questo ORFANI se ne parla da parecchio, il passaparola mediatico è stato notevole, e diciamo che se lo merita pure tutto: attualmente siamo al secondo numero e devo dire che l’operazione è ancora più interessante di quanto mi aspettassi.
Non che di norma alla Bonelli facciano uscire stronzate, anzi, ma personalmente un progetto simile ha su di me un appeal nuovo, ben diverso dagli ultimi lavori pubblicati, che personalmente trovo molto più interessante di un Dragonero, tanto per fare un nome recente

Capitan Power? Halo? Vanquish? No, Orfani
CONSIGLIATO A: Chi mastica fantascienza da, uhm, sempre, e chi vuole riscoprire un nuovo tipo di fumetto tutto italiano.



DYLAN DOG
CATEGORIA: Grandi Ritorni
UN PERCHE’: Perché se guardo la libreria e le vagonate di cartoni in soffitta, Dylan Dog per me ha la stessa importanza storica di un Uomo Ragno, quand’anche superiore (Ah-Ah).
Il vecchio Dylan rappresenta per il sottoscritto il primo vero amore col fumetto italiano, quando avevo 6 anni e cercavo tutto quello che di horror passasse il convento, senza dover per forza limitare la mia cultura nel campo alla rotazione dei 4 film in croce di Notte Horror (#lacrimadicommozione).
Un fumetto d’atmosfera, d’orrore, divertente (grazie Groucho) e coinvolgente, splatter e romantico…ma non stiamo qui a menarla, Dylan Dog è Dylan Dog, lo sappiamo tutti, andiamo avanti

Squadra vincente non si cambia... ma si può sempre ampliare!
ASPETTATIVE E REAZIONE: Il progetto di Recchioni non è quello di reinventare il personaggio in senso stretto, quanto quello di reintrodurlo nel presente, attualizzarlo e svecchiarlo da quell’immagine di neo romantico ormai fuori tempo massimo, perché qualunque lettore di vecchia data può dirvi che dopo il numero 100 DD non è davvero più stato lo stesso.

2013: fargli notare che per un detective girare senza cellulare è un po' una minchiata...
L’operazione “Estrazione Palo nel Culo” è iniziata con Una Nuova Vita (n.325, Ottobre 2013), e proseguirà per 12 mesi con storie volte a portare il lettore a conoscere il vecchio/nuovo protagonista, per ripartire poi con nuovi personaggi e nuove storie.
Io, di mio, al buon RRobe 12 numeri di fiducia voglio darli, e vi consiglio di fare altrettanto.

Diglielo, RRobe!
CONSIGLIATO A: Chi ama l’horror, il romanticismo perduto e un personaggio che ormai è entrato nella leggenda, per un restyling che promette bene.




THE WALKING DEAD
CATEGORIA: Più di là che di qua
UN PERCHE’: Eh, poi ci sono quelli nel limbo, perché è vero che i DisneyAvengers e NaROTFL sono incorsi nelle ire del ForbicioneTagliaSuperfluo® ma c’è anche altra roba che nel mare dei vabbè ha appena pucciato i piedi, e quindi una possibilità gliela dai, anche se quando le cose iniziano a prendere questa china di solito non si rialzano più neanche con gli aiuti blu.
The Walking Dead purtroppo è a questo bivio. Il fumetto ovviamente, non quella merda che ormai pompano di bestia su FOX e ti spacciano come evento dell’anno: dopo la stagione 2 e il finale della 3 non ci casco più, stronzi.

Indovina chi ci lascia le penne oggi?...
ASPETTATIVE E REAZIONE: Non mi aspetto niente di più che una reazione, un colpo di coda necessario, che questa serie torni a darmi motivi che m’invoglino a seguirla, piantandola lì di girare intorno su se stessa come un cane che prova a mordersi la coda.

Michonne: spacca ovunque.
CONSIGLIATO A: Mah, consigliarlo lo consigliavo all’inizio, fino a dopo il Governatore almeno.
Recuperare i primi volumi fino al 9 (Qui Restiamo) poi decidete voi, o anche la raccolta da edicola in formato da viaggio, che ormai se andiamo avanti così sarà perfetta per conciliare il sonno nei tragitti lunghi.



BLEACH
CATEGORIA: Più di là che di qua
UN PERCHE’: Premessa: sono una di quelle anime erranti che hanno cominciato a leggere BLEACH solo di recente grazie alla seconda edizione (BLEACH GOLD) quindi in termini di storyline sono indietro eoni, ma vabbè.
Quindi premesso che sono ancora nel bel mezzo dei casini con quegli spagnoli stronzi degli Arrancar, posso dire che fino alla fine della saga della Soul Society la serie non mi aveva preso, di più.
Finalmente dopo One Piece una serie di cui aspettavo con ansia ogni uscita, ogni fine capitolo era una sorpresa o comunque qualcosa da gustare tra il divertito e il preso bene, finalmente…

Ad oggi, il punto più alto della serie
ASPETTATIVE E REAZIONE: No niente, stanno svaccando pure lì.  E a differenza di The Walking Dead che sto seguendo in contemporanea e quindi non si sa davvero l’andamento dei prossimi numeri, con BLEACH la serie regolare è parecchio più avanti, e chi avanti c’è già stato (tipo il Prazzo) mi ha urlato indietro qualcosa tipo “Non proseguire, vai a chiamare aiuti, io cerco di liberarmi dai tentacoli!” poi non so, credo abbia detto “Monster Hunter 3…” e boh, più sentito. Lo stanno ancora cercando con i cani.
Comunque si diceva, ‘sta storia degli Arrancar ha pregi e difetti: un po’ perché la cumpa di Shinji Testa d’uovo mi è sempre piaciuta, un po’ perché alcuni shinigami si stanno rivelando degli spacca culi di livello “scouter exsplode!” e va bene, ma il resto risente di una ripetitività non poco logorante che mi sta corrodendo la voglia di leggerla.  Stiamo a vedere…


CONSIGLIATO A: Come per The Walking Dead consiglio di recuperare i volumi della BLEACH GOLD almeno fino al 21esimo numero, perché fino a lì c’era da leccarsi le dita per non godere solo a metà.
Ora come ora c’è il latte dalle rotule. E sta inacidendo.

XBOX 360 – ADDII ASCIUTTI E PENSIERI AMARCORDI

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Visto che già si parla di "old gen", e per quanto la cosa faccia ridere  visto che non sono neanche 9 anni che sta sul mercato ma tant'è, un post amarcordo di congedo mi sembrava il minimo, quindi non state neanche a leggere se avete di meglio da fare, sono solo pensieri di un vecchio che vogliamoricordarlacosì

Quello con XBOX 360 è stato un rapporto molto altalenante, e per certi versi abbastanza asettico: entrò in casa nel lontano 2009 come supplente di PS3, in un periodo in cui il videogame era parte integrante della mia vita diurna: il fatto di lavorare per GameStop, effettivamente, credo abbia compromesso in modo irreversibile le precarie condizioni in cui già versavo da tempo.
Ma perché, in un mondo video ludico prevalentemente basato sul multipiatta, scegliere una console come 360 quando si ha già in casa una PS3 da 60GB? Per una serie di ragioni.
Non di certo per Halo, una saga che (nonostante il mio amore infinito per la fantascienza) non mi ha mai preso, per quanto ci abbia provato, ma nisba, niente da fare: gente che per questa mia presa di posizione ancora oggi continua a chiedermi perché l’avessi presa, ma vabbè.

Si scherza ovviamente. Più o meno.
Potrei dire che era per avere un minimo di conoscenza in più nel settore: quando vendi qualcosa devi conoscere bene il prodotto che vuoi piazzare, saperlo valorizzare, o come facevo io fregandomene altamente delle direttive aziendali e consigliando solo il meglio a quei clienti affezionati e non, che poi dopo tre anni ho dovuto lasciare a malincuore ma per forza di cose.
Ma è un’altra storia, e non è per questo.
Potrei dire che la storia della console unica mi è sempre sembrata una chimera inarrivabile, e che per avere una visione a 360 gradi (NON è una battuta) del mondo a cui appartenevo e che ancora oggi mi appassiona era doveroso possederla, provare titoli su entrambe le macchine (e no, la Wii non la conto per principio, anche se ne ho avute 3) per valutarne le qualità e le differenze effettive era decisamente una scelta più saggia che averne una e spalare merda sull’altra a priori, come fanno ancora molti (ma molti) nel settore, e troppi non addetti ai lavori che lo fanno a prescindere per un fattore nutelloboysta in rapida crescita tra le nuove generazioni di bimbiminkia stronzetti infelici, sia davanti che dietro al bancone.
Ma anche questa è un’altra storia, e non è comunque per questo.
Alla fine, come per metà della gente che conosco, l’ho fatto per Gears.


Gears of War è una saga che ho amato ed amo tutt’ora, una delle poche con una validissima campagna in multiplayer degna di questo nome, tamarra e “grossa” quanto vuoi, ma che mi ha inchiodato alla mia postazione di gioco dall’inizio alla fine della saga (che arriva fino al 3, ricordiamolo, e se sentite qualcuno parlare bene di Judgement occhio, passi lunghi e non guardatevi indietro, che è brutta gente).
Insomma, Gears ha riempito ore ed ore del mio tempo libero che non ho mai rimpianto, ed è a lui che ho dedicato l’ultima, lunghissima partita, ricordando le ore di campagna online coi vari compagni d’arme.
Si perché la mia Elite, dopo anni di onorata carriera, ha preso il largo: venduta ad un amico o data dentro a GameStop poco importa, è una storia finita e come tale non va trascinata, va chiusa e stop.
Ringrazio la mia prima Arcade per non avermi mai fatto scherzi e non avermi mai mostrato quel fottuto anello della morte rossa, la ringrazio di non essersela presa se l’ho poi sostituita con l’attuale Elite nera, niente di personale: questione estetica e di mera capacità calculatorio/mnemonica.
Finita la saga di Gears, solo l’attesa per Alan Wake mi aveva dato motivo di tenere una console ormai pensionata (per me), e le aspettative sono state decisamente ripagate, 

"Ciao! Sono Stephen King, mi piace Twin Peaks e ho studiato a Silent Hill"
Si dai, ti si è voluto bene come fossi stato normale
ma ci fermiamo lì.
Nel corso degli anni altri titoli sparsi hanno avuto l’onore di farsi un giro nel bestione, ma nulla che non fosse già stato giocato o non sarebbe stato possibile fare sull’altra console.
La perdita dei brand non ha aiutato, come Bioshock per dire.
Del Kinect poi non voglio nemmeno parlare, non ho voglia d'incazzarmi stasera.
Quindi cosa resta? Poco altro, ricordi di parecchie ore passare su Resident Evil 5Blu Dragon, i due Marvel la Grande AlleanzaRace Driver Grid, la riedizione HD di Black, di Resident Evil 4 e di Turtles in Time, ma sono quasi un contorno.

Cinque anni dopo: i sopravvissuti
Nel tripudio del vogliamoricordarlacosì, XBOX 360 per me era Gears of War, come per molti la Wii era Wii Sport (oddio, per me era Inazuma Eleven Strikers e New Super Mario Bros Wii, ma queste sono psicopatie gravi, ‘un c’è nulla da fare).
Quindi grazie XBOX 360, sei stata la supplente che a scuola, quando non c’era la maestra, mi tenevi buono a disegnare (sui banchi) e mi facevi uscire a fare i giretti con la falsa pretesa di farmi tornare prima che suonasse la campanella. Seee ciao…
E il fanboysmo lo lascio agli stronzetti che sono la generazione di domani, che purtroppo abbiamo già oggi in mezzo alle palle e di cui probabilmente non ci libereremo più.
Non per fare discorsi da vecchio nostalgico, ma quando ero piccolo io avevo il Nintendo e tu avevi il Sega Master System, e non ci sputavamo merda addosso, ma facevamo a turno per andare a casa dell’altro a provare giochi che noi non avevamo, a divertirci insieme.

E’ una cosa che non succede più, e sinceramente mi rattrista, ma va anche detto che i tempi sono cambiati, la gente è libera di dire qualsiasi cosa sulla rete, anche se è un 12enne ignorante che skrive konlekappa e sbaglia hankora l’uso delle hakka, e l’essere un completo coglione fanboysta dovrebbe essere perseguito a norma di legge, ma oh, questo è il progresso (dicono).
Purtroppo avrò sempre un ricordo di una generazione malata e minata dal cancro del “kuestoèmmegliodikuello”, di bimbiminkia allo stato brado, di console (e utenti) che si fanno la guerra invece di farsi una birra e una partita insieme. Sarò vecchio io, ma a certe cose ci credo ancora.
Comunque ciao 360, è stato comunque bello, grazie di tutto.
Rompete le righe, Gears.


Rompete le righe...

NINJA TURTLES - IL NUOVO FILM: MUTARE BENE PRIMA DELL'USO

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Parlando su feisbùcc giusto l'altro giorno con l'amico d’infanzia Teo si ricordavano con affetto e nostalgiacanaglia tutte quelle ore passate in co-op (quando ancora co-op NON voleva dire online, ma due pad alla brutta, noi contro il mondo in locale e via) su Teenage Muntant Ninja Turtles IV – Turtles in Time su SNES

Piangiamo
e, visto che in questi anni di reboot tirati fuori ad minchiam da hollywood mancavano ancora all’appello, parliamo un po’ di loro dato che è arrivato Michael Bay a fare minchiate pure qui.
Michael Bay che non solo ha dovuto sputtanare i Transformers per 1 2 3 quasi 4 volte, ma sembra seriamente intenzionato a distruggerci l’infanzia per sport, titolo dopo titolo, saga dopo saga.
Che s’annoia, dice.
Se solo prova a mettere le zampe pure sui ragazzi in grigio di NY scatta la viulenza.

Nella prima immagine ufficiale Leonardo, là in basso, sembra perplesso…
Credici Leo: pure noi
Come possiamo notare Quattro tartarughe, tutte identiche d’aspetto un par di palle, intanto.
Ma non è necessariamente un male, diciamocelo, anche perché fare 4 cloni e piantarci addosso 4 bende colorate son buoni tutti, dai.
E infatti, dopo la serie volemossebbene che ci spupazzavamo da bambini, quella con Tecnodromi e Beeboppi e Shredder col pannolino preso a insulti un giorno si e l’altro pure, qualcosa era già cambiato, ma essendo cresciuto nel frattempo non mi sono sinceramente mai messo a seguire le nuove avventure del quartetto verde, almeno non fino al divertente TMNT del 2007.


Un buon prodotto, divertente e ben realizzato, decisamente più dark nelle ambientazioni e nei contenuti (gente che muore! gente che muore!), un po’ come fu per il primo e troppo sottovalutato film live-action del 1990. Si, quello dove stritolavano  Shredder nel tritarifiuti, quello coi costumoni di gommapiuma (ma fatti con i controgusci.)
Tanto che, contro ogni aspettativa, il film andò talmente bene che ne fu messo in cantiere un sequel, e io lì già contento come una pasqua:  finalmente una degna versione, figlia di secondo letto del fumetto di Kevin Eastman e Peter Laird portata sullo schermo come si deve,  magari correggendo qualche  aspetto nel character design dei personaggi, che tipo rendevano le tartarughe più credibili degli umani, e magari calcando la mano sull’anima dark della serie e…
No, niente, sequel annullato e via libera a un nuovo film live-action ibridato CGI.
Fanculo.
E così arriviamo ad oggi, a questo 2014 che tra le altre cose è anche il trentennale della nascita dei personaggi (su carta), anno in cui arriverà nei cinema di tutto il mondo un film dalle elevatissime potenzialità:  tra il blockbuster dell’anno e la minchiata definitiva c’è di mezzo un gran cowabunga.

No, non quello
E visto che nel regno di internet  i segreti di pulcinella non li sa più tenere neanche un muto, a mesi e mesi dall’uscita già impazzano in rete le immagini promozionali/di lavorazione/sarcazzo della pellicola e del giocattolame vario in arrivo.
Pronti a farvi un’idea? Si va:



LEONARDO
Leonardo, il capoccia, quello che la sa sempre più lunga di te, quello che gli ordini li dà, quello che a scuola col cazzo che ti faceva copiare, che lo diceva al Maestro Splinter sennò, e lì eran sorci verdi giganti...
Il Leader della squadra dovrebbe essere teoricamente il combattente definitivo, ma dalle foto di produzione salta fuori un dettaglio inaspettato, che accosterebbe la produzione più al fumetto originario che non al cartone animato.
Il fatto che sia bardato come un barbone e abbia ciulato le spalline zarre a Kenshiro non aiuta.
Per non spoilerare il mondo a chi il fumetto non se l’è mai cagato di pezza, diciamo solo che a fare il capetto alla Rick Grimes, a continuare ad abbaiare ordini, poi si finisce come lui…
Possibilità che ne esca un personaggio insopportabile: ANDREA DI TWD



DONATELLO
Da sempre il cervello del gruppo, il Q della situazione, quello che t'inventa la tecno minchiata che serve al momento giusto per tirare fuori dai casini quei tre balordi dei fratelli, qui corredato di un bel paio di occhiali che fanno intellighenzia e del rilevatore ottico dei Ghostbusters, che in accoppiata fa tanto Raffaele Morelli da salotto di Costanzo.
Per  farlo più Eagon Spengler di così c’era solo da piazzargli in mano l’ectorilevatore, e invece toh Donnie, pigliati il Clima Sansetsukon di Nami di One Piece, che il bastone di legno tradizionale faceva TROPPO anni ’80.
Possibilità che ne venga fuori il protoripo del secchione rincoglionito tipico da serie TV: ELEVATISSIMA



MICHELANGELO
Michelangelo, che teoricamente dovrebbe essere il simpa della cumpa (ma chi ha letto la serie di Eastman e Laird sa che non è proprio-proprio così), ha invece questa faccia incarognita da mafiosetto da film che è tutto un programma.
Un programma brutto, tipo L’Onore e il Rispetto, o Il Peccato e la Vergogna, o qualsiasi trasmissione con la D’Urso in mezzo.
Da notare la catenazza da tamarro di periferia.
Si spera gli mettano in mano due nunchaku ma viste le premesse potrebbe pure usare i manrikigusari di Go-Go Yubari che nessuno gli direbbe niente.
Cioè, provateci voi.
Possibilità che spari le bimbominchiate tipiche di tutti i protagonisti scemi di Michael Bay: FUORI SCALA



RAFFAELLO
Ecco, se Michelangelo ha la faccia da tirapiedi, Raffaello ce l’ha da buttafuori, di quelli cattivi con due spalle così che non passano dalle porte, e che in discoteca prendono i minchietti diciassettenni sbronzi marci per il collo e li scaraventano fuori dalle uscite d’emergenza tipo Zio Phil con Jazz.
Con quella benda-che-non-è-una-benda ma una bandana che Apicella se la sogna (e ci rimane pure male), perlomeno pare gli abbiano lasciato i Sai.
L'occhialazzo da sole su bandana comunque non si può vedere.
Possibilità che il tuo preferito di sempre non lo sarà mai più: MORALE SOTTO LE SCARPE.



SHREDDER
Acerrimo nemico della combriccola della pizza, Shredder viene letteralmente coperto di lame e di un'armatura dal peso approssimativo di tre quintali, praticissima per il combattimento corpo a corpo. Proprio.
Questo minipimmer di due metri darà filo da torcere alle tartarughe, si spera più della sua controparte a cartoni dei primi anni '90, anche perché più che circondarsi di rincoglioniti e azzeccare una figura di merda dietro l'altra, sapeva fare poco altro.
Visivamente di forte impatto a giudicare dalle foto rubate dal set, bisognerà vedere da quale versione del personaggio si siano ispirati gli autori, ma il vecchio Oroku Saki potrebbe la vera sorpresa del film.
Possibilità che ne venga fuori un cattivo cazzuto come si deve: NON INDIFFERENTI


APRIL O,NEIL
Il ruolo della giornalista d'assalto della serie tv (ricercatrice/scienziata nella serie a fumetti) nonché amica intima delle tartarughe è stato affidato alla bravaespressiva a Megan Fox, che Michael Bay si è portata dietro dai primi due Transformers, visto che per il terzo gli è stato impossibile.
Certo che anche tu, se sul set la meni che ti sembra di essere in un campo di concentramento, dai del nazista al produttore, e il produttore in questione è Steven Spielberg, un calcio in culo con retrocarica tipo struzzo te lo prendi sicuro. Genio.
Comunque, Megan Fox è April O'Neil, una giacca gialla e sei a posto, non stiamo lì. Circolare.
Possibilità che Megan Fox si piazzi le pose tutto il film e che vinca un altro Razzie: SEMPRE ALTE

Del sorcio XXL non si è visto ancora nulla invece, della trama si è detto poco e quel che è trapelato ha reso Michael Bay bersaglio di ogni tipo di ortaggio, uova (sode) di struzzo e motorini da parte dei tifosi interisti.
Poi ha ritattato, da bravo pavido, con la scusa dello scherzone.

Quella gran sagoma di Bay
In ogni caso, per evitare di essere perculato ancora una volta, per quella questione che ogni due dialoghi fa esplodere tre edifici, la vecchia volpe ha mollato la patata bollente nelle sapienti mani del suo pupillo Jonathan Liebesman, pupillo al quale dobbiamo capolavori del cinema contemporaneo quali Al Calar delle Tenebre, Non Aprite Quella Porta: L'Inizio e La Furia dei Titani...
Si, ci sarebbe anche il buon World Invasion - Battle: Los Angeles, ma bisogna essere pronti al peggio.
A seguire qualche altra foto rubata dal set: occhio ai possibili [SPOILER]:

Raffaello in versione Clochard Eroe del Ghetto
Ehi, Leo dammi una man…OOOW
Le armature raccattate in discarica sono una roba di famiglia
Shredder: demone che non perdona.
E taglia, trita, affetta e sminuzza che è un piacere...

Motion Capture: come giocarsi malissimo l'unica possibilità
nella vita con Megan Fox. Like a boss


Insomma, al 18 Settembre (data d'uscita italiana) manca una vita e mezza, ok, ma per fare gli scongiuri non è mai troppo presto.
Cominciamo a toccarci il guscio.



SPECIALE CINEMA: IL MEGLIO DEL PEGGIO DEL MEGLIO DEL 2013 - PRIMA PARTE

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Ommadonna, sarà che è venerdì, sarà che non ne posso più da tipo lunedì pomeriggio (presto), sarà svegliati è primavera, ma oggi davvero non passa un cazzo, come dicono i francesi.
L’occhio basso e la tentazione forte ad urlare CAAAAAADEEEEE mentre i denti compiono l’ultima parabola in semicoscienza verso la tastiera, è solitamente il segnale che serve darsi una scantata e trovare qualcosa da fare per occupare la mente
Quindi senza stare a fare tanti fronzoli (e visto che ancora non l’ho fatto e se aspetto ancora un po’ finisce pure ‘sto 2014) per ricordare questo 2013 cinematogROTFL come si deve per il me futuro, i posteri e pure per il recupero a breve in Home Video, ecco una giga carrellata dei titoloni che sono rimasti e rimarranno, delle sorprese che si vanno a vedere col sopracciglio dubbioso e invece “per me è si”, delle inchiappettate pesanti, quelle che bruciano anche a mesi di distanza e di tutto il resto che le mie irriguardose nonché inaffidabili pupille si sono sparate di violenza in sala nell’ultimo anno.
Va detto, le categorie non sono proprio quelle dall’Accademy, ecco, e ci sono [SPOILER] ogni tanto, avvertiti…

Quante volte avete giudicato un film dal trailer (grosso errore), dal giudizio di un amico (grande errore), dall’amara delusione provata vedendo un film simile (comprensibile ma grave errore) o addirittura anche solo da una locandina che proprio non v’ispirava per niente (gra-VISSIMO errore)?
Si dai l’abbiamo fatto tutti, una volta o l’altra, e anche nel 2013 ce ne sono stati diversi, quindi
PER LA CATEGORIA: “NON GLI DAVI DUE LIRE E INVECE DAI, CE N’E’”


 3° POSTO: HUNGER GAMES - LA RAGAZZA DI FUOCO
PERCHE’: Bellino il primo, un paio di scene forti e toccanti (si, la bambina di colore che schiatta), qualcosa che proprio non andava (si, quei cazzo di cani alla fine), ti aspetti un seguito fotocopia e invece tiè, un buon adventure, ben curato, effetti grandiosi ma subordinati agli eventi, personaggi interessanti e più approfonditi, svolte narrative che si, ti aspetti, ma che ti esaltano lo stesso.
Il libro non l’ho letto, lo premetto per tutti quelli che “se non è uguale al libro fa cagare”, siete brutta gente.
Io il film me lo sono ben goduto lo stesso, mi sono goduto le differenze, perché Il bello sta proprio nell’assistere al cambiamento, sentire a pelle cosa fermenta sotto la superficie. Jennifer Lawrence si mangia lo schermo, Philipp Seymour Hoffman si ammira e si rimpiange, Donald Sutterland come il vino buono. Finale da mangiarsi le unghie.
IN BREVE: La Ribellione e il cambiamento
VOTO: 7 ½ 



2° POSTO: NOW YOU SEE ME – I MAGHI DEL CRIMINE
PERCHE’: Perché film così ne fanno talmente pochi che quando ne esce uno neanche gli dai peso, ti dici “tanto come I Soliti Sospetti non ne faranno mai più” (e questo è vero) e magari li lasci passare.
Solo che a volte qualcosa di buono esce ancora, magari intriso di commedia, e dopo il buon Slevin – Patto Criminalequalcuno ancora riesce a tirarti fuori un bel film pieno di momenti Original Marines.
Visto quasi tutto a bocca aperta, infatti, sembra di rivivere una lunga, costosa puntata di Lupin The 3rd, con 4 illusionisti scalcagnati che diventano improvvisamente superstar mondiali della magia col vizietto della rapina in banca creativa, sovvenzionati da Mr.X, braccati dallo Zenigata di turno (Mark Ruffalo) e da Dio dall’ex illusionista Morgan Freeman.
Tra lo stupore per ogni colpo, un inseguimento rocambolesco, e un colpo di scena dietro l’altro, Louis Leterrier (Danny The DogL’incredibile HulkScontro tra Titani) tira fuori una commedia action da non sottovalutare.
IN BREVE: Divertita e divertente mossa Kansas City
VOTO: 7 ½



1° POSTO: L'UOMO D'ACCIAIO
PERCHE’: Va bene la superproduzione, va bene Nolan, va bene Snyder tenuto a freno, ma partiva ultimo tra gli ultiMEH per una sola semplicissima ragione: Superman mi sta sul cazzo. Da sempre.
E quindi? E quindi Snyder c’ha messo giusto mezzora a farmi cambiare idea, almeno sul SUO Superman, un po’ per quel suo sentirsi alieno e diverso, un po’ per quel suo non essere troppo perfetto, un po’ perché con due padri così non puoi che uscire bene, un po’ perché una volta indirizzato Snyder è capace di tirarti fuori scene dalla potenza visiva devastante.
Comprimari coglioni, va detto (metafora di un giornalismo in mano agli idioti? Potrebbe benissimo essere), battaglia finale che neanche il miglior Dragonball d’annata, finalmente un Superman con le palle (e con le mutande dentro), epicità a pacchi.
IN BREVE: Intensa, nuova versione di un personaggio classico.
VOTO: 8 ½

MENZIONE SPECIALE
IL GRANDE E POTENTE OZ: dopo Alice in Woderland il pericolo puttanata-fotocopia era dietro l’angolo, e invece funziona benissimo, ottimi protagonisti, buon coinvolgimento – VOTO 7 ½
LOOPER: L’ultimo Bruce Willis mobile in una vicenda a incastro tra presente e futuro, raccontata in modo asciutto, con un finale doloroso e perfetto – VOTO 7



Vi è mai capitato di arrivare al cinema senza aver prenotato e non trovare mezzo posto libero dovendo scegliere per forza altro? O di guardare la programmazione ed andare ad esclusione, o di trovarvi al cinema per magia “oh ma come sono finito qui”?  Se si, la maggior parte delle volte sapete che è tipo una condanna a morte per la serata, ma non sempre, a volte ti dice bene, e una sconosciuta locandina scrausa nasconde davvero qualcosa d’interessante, di cui però non avevate mai sentito parlare neanche per sbaglio, quindi
PER LA CATEGORIA: “AL CINEMA DA IGNORANTE: QUANDO UNA VOLTA TANTO TI DICE BENE”


3° POSTO: EFFETTI COLLATERALI
PERCHE’: Perché nel bene e nel male i film di Soderbergh me li guardo grossomodo tutti a scatola chiusa, per quel suo strano modo di raccontare a volte quasi asettico e distaccato, ma mai noioso.
Poi se ci sono Ocean’s 11 e 13 sul ripiano alto e Solaris e Magic Mike (vergogna) su quello bassissimo, la verità sta nel mezzo, e nel mezzo c’è Contagion, e a me Contagion piace.
EFFETTI COLLATERALI racconta del mondo della psichiatria ridotto ad immensa vetrina farmaceutica, delle tante sfaccettature della verità, di amore e morte, un dramma angosciato e greve di personaggi imperfetti e troppo vulnerabili.
Il miglior Jude Law degli ultimi anni, un cast molto in parte, un racconto amaro e accattivante.
IN BREVE: Le due facce di una pericolosa medaglia
VOTO: 7 ½



2° POSTO: IN TRANCE
PERCHE’: Se n’è già parlato da queste parti, per chi vuole qualcosa di un po’ più approfondito (si fa per dire) si legga le rece a raffica di settembre, per tutti gli altri lavativi: un James McAvoy superlativo, una trama ad incastro in continua evoluzione, un Danny Boyle che gioca con la mente schizzata del protagonista e con quella dello spettatore, il gioco della memoria frammentata, Vincent Cassel e Rosario Dawson ottimi, un thriller teso, violento e malato.
Tra il miglior cinema di Boyle, coinvolge e colpisce: gran bella sorpresa.
IN BREVE: il nuovo Memento con una vera storia attorno
VOTO: 7 ½



1° POSTO: PRISONERS
PERCHE’: Film asciutto, a volte crudo, molto spesso disperato, la storia di un padre a cui rapiscono la figlia e che non si dà pace per ritrovarla.
Solo che il padre non è il Liam Neeson ex agente supercazzuto di Io Vi Troverò, non è un John McClane al quale minacciano la moglie e può fare una carneficina perché tanto un distintivo ce l’ha, e là gli perdonano tutto, è una persona normale che non sa dove sbattere la testa, che deve cercare di tenere insieme una famiglia che cade a pezzi giorno dopo giorno e che è disposto a tutto per ritrovare la piccola, anche a spingersi oltre ogni limite umano.
Una delle locandine più brutte degli ultimi anni che punta sui volti dei suoi due ottimi protagonisti, e per una volta a ragione, perché Hugh Jackman e Jake Gyllenhaal tengono su il film praticamente da soli, un dramma doloroso e vibrante, che tiene lo spettatore in uno stato d’angoscia dall’inizio alla fine.
E a un certo punto sospetti di tutti, e fai bene, ma non ci sei neanche vicino.
IN BREVE: Sul filo del rasoio, disturbante, riuscitissimo
VOTO: 8

MENZIONE SPECIALE
OBLIVION
: Il sempre giovane Tom Cruise su una Terra arida e disabitata dove non sa chi stia facendo il doppiogioco. Praticamente tutti, compreso lui. Fantascienza clonata un po’ dalla qualunque – VOTO 6 ½



Poi ci sono quei film da 50/50, neanche la telefonata da casa, che bastava quel tanto così per farne qualcosa di tutto sommato dignitoso, e invece…
PER LA CATEGORIA: “IL COMPITINO TANTO PER FARE: MARTELLATE SUI COGLIONI PER SPORT”

3° POSTO: UPSIDE DOWN
PERCHE’: Perché l’idea di base porco giuda era anche interessante, particolare, intrigante: due mondi sono praticamente appoggiati l’uno sull’altro, alzi la testa e vedi quelli del mondo di sopra a testa in giù, con la loro gravità, le loro regole e l’impossibilità di vivere sul tuo piano.
Il mondo di sopra è ricco da fare schifo, quello di sotto una pattumiera planetaria, e vuoi che uno del mondo di sotto non s’innamori di una del mondo di sopra? Taaac, detto fatto, i due si conoscono da bambini, poi non si vedono più, si ritrovano e ovviamente si amano, ma le difficoltà gravitazionali, oltre ai divieti “pena la morte” imposti dalla legge, li dividono.
E tu sei lì che ti arrovelli, ma come faranno, ma ce la faranno o no, e il film semplicemente…ti fotte.
Uno dei finali più assurdi che siano mai stati concepiti, si passa dal ce la faranno? al ce l’hano fatta! senza degnarsi di passare dal come. Vedere anche alla voce “quando finisce il budget” e “non sapevamo come chiudere”. Imperdonabile.
IN BREVE: Una buona idea buttata nella differenziata con un finale imbecille
VOTO: 5-



2° POSTO: LO HOBBIT - LA DESOLAZIONE DI SMAUG
PERCHE’: Un Viaggio Inaspettato è stata la sorpresa dell’anno scorso, dovevo aspettarmelo.
Anche perché La Desolazione di Smaug doveva essere una seconda parte della storia complessiva e chiuderla lì, e invece?
E invece smezziamolo ancora, facciamo 3 ore di film per 150 pagine di romanzo, riempiamolo di avvenimenti tratti dalla Trilogia, personaggi che non c’entrano nulla o proprio inventati di sana erba pipa, scriviamo una storia d’amore assurda tra un nano e un’elfa che è un po’ come cercare di far accoppiare un’israeliana e un palestinese, e allunghiamo il brodo a dismisura fino a infinito.
Poi c’è da dire che ogni inquadratura che Peter Jackson tira fuori è un’opera d’arte, e le due scene portanti che dovevano esserci ci sono e sono realizzate da dio, ma non basta, decisamente non basta.
IN BREVE: La barzelletta delle palline rosse: 3 ore per raccontare due cose sono troppe.
VOTO:5 ½


1° POSTO: STAR TREK INTO DARKNESS
PERCHE’: In fondo mi dispiace, perché in sala mi ero pure divertito: dopo il reboot della saga con quello Star Trek del 2009 che tanto mi era piaciuto, questo INTO DARKNESS lo aspettavo come la manna dal cielo, e invece il tiro l’ha un po’ mancato, almeno per un fan.
I protagonisti sono azzeccati e girano benone, gli effetti sono spettacolari, l’adrenalina sale e le strizzate d’occhio, in quello che fondamentalmente è un remake di Star Trek II – L’ira di Khan, sono piazzate lì per far divertire il vecchio spettatore, e per carità ci riescono anche.
Poi ti soffermi a pensare a certe minchiate tipo la fusione a freddo fredda, a quel colpo di scena che è faxato direttamente dal 1982, la violazione della prima direttiva tipo ogni 5 minuti, quei Klingon cristo, quei Klingon!! J.J. Abrams checcazzo ti fumi?!
Poi oh c’è Cumberbatch che si mangia tutti (come fa sempre), l’azione è martellante e quella scena a parti invertite ha il suo bel perché, quindi a conti fatti di che mi lamento?
IN BREVE: Mi lamento di un film divertente su Star Trek, ma che non è Star Trek
VOTO: 6

MENZIONE SPECIALE
AKIRA: Il classico classicone di Katsuhiro Otomo, capolavoro nei secoli dei secoli… perché qui e addirittura fuori classifica? Perché la riedizione “curata” dalla Nexo Digital ha sputtanato tutto consegnando nelle sale copie difettate nell’audio, prive di rumori ambientali e con una sola traccia audio. La peggio vergogna – VOTO 4



Occchèi gente, visto che s’è fatta una certa, e visto che l’avrete notato da quel PRIMA PARTE nel titolo (scaltri, non vi si può nascondere niente), chiudiamo qui per stavolta, vi do’ tregua, riprendo fiato e alla prossima ci aspetta il peggio del peggio con la Flop3 e soprattutamente il meglio del meglio con la Top3 del 2013.
Che minimo a voi farà cagare, ma il mondo è bello perché è Valdo.
Salùtt’!

HAROLD RAMIS: INCROCIAMO I FLUSSI, UN'ULTIMA VOLTA...

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E poi apro Facebook e leggo quella notizia.
Che, assodato negli anni il grado di attendibilità di Facebook, prendo come una delle solite puttanate tipo “Loredana Lecciso donna dell’anno” o “Papa incinta” o whatelse, ma forse perché in fondo non ci volevo credere.
Al ché cerco su qualche sito più attendibile e… cazzo, è successo davvero.
Harold Ramis, l’uomo col capello a vapore perpetuo e la mascella a cassetto, ci ha lasciati.

Lui e quel plum cake dal peso approssimativo di 300 chili
Che a molti che sono gggiovani oggi e vivono di Uomini e Donne e la commedia non sanno neanche cosa cazzo sia potrà anche non fregare nulla, non è colpa vostra se siete nati nel periodo sbagliato e se gli unici esempi che avete davanti sono puttane e tronisti, ma io da vecchio quale sono posso dire che si, lui era un mio punto di riferimento.
Un esempio non solo come personaggio iconico cardine della mia adolescenza, ma anche e soprattutto come regista e sceneggiatore brillante che ha caratterizzato quel magnifico periodo cinematografico che era la commedia degli anni ’80.
A 69 anni si è spento quindi Egon Spengler, l’eroe della mia infanzia, uno dei pochi ma significativi volti che hanno caratterizzato tutto quel meraviglioso periodo dove Hollywood sapeva scommettere e rischiare e vincere, non con ricicli e reboot e remake del cazzo ma sperimentando, proponendo qualcosa di nuovo quando la gente aveva ancora qualcosa da raccontare.


Avevo 5 anni quando ho visto per la prima volta Ghostbusters, e cazzo se è stato un botto:  un’avventura fantascientifica fuori di testa e da qualsiasi schema, con quegli effetti incredibili, ma soprattutto con quella carica comica devastante che ancora oggi non smette di esaltarmi e divertirmi.
L’umorismo è la vera carta vincente di un cocktail di suo già stracolmo di punti forti, un umorismo che spesso si riconduce a quella faccia da schiaffi di Bill Murray, che del complessino era il frontman, ma al frontman chi li scriveva i pezzi? Harold Ramis (e Dan Aykroyd quando non era impegnato a mangiare).
Se Murray era voce e chitarra, Ramis e Aykroyd erano basso e batteria, che dettavano i tempi e tenevano su tutto. E Ernie Hudson? No quello è venuto dopo, a rimpiazzo di Eddie Murphy che aveva dato buca, ed è finito a fare la bassa manovalanza.
E il mio ricordo di Ramis va oltre all’immagine che ne abbiamo tutti noi, non era solo quel “mai incrociare i flussi” e ovviamente


ma va anche a Ricomincio da Capo, altra commedia, altro grande Bill Murray con dietro un altro grandissimo Harold Ramis. 
Nel caso non l'abbiate visto rimediate SUBITO, ma quella del Giorno della Marmotta è stata un’altra chicca, un concentrato di quel suo modo di fare commedia brillante con picchi di comicità assoluta e punte di drammatico che si, rendevano il tutto più vero, nel suo essere assurdo.

Re-cu-pe-ra-re! Raus!
Lasciando perdere il mediocre Anno Uno, va ricordata anche la sceneggiatura per Animal House, la regia di Mi sdoppio in 4 e la doppietta script/regia per Terapia e Pallottole e Un boss sotto stress, che contribuirono a rilanciare la carriera di Robert De Niro.
Scusate.
Ma non voglio perdermi in elenchi banali, non ho intenzione di ribadire l’importanza di questo vecchio sconosciuto ai più se non per IL suo ruolo, che è stato ed è tuttora punto di riferimento di chi con la commedia ci campa da anni e ci ha regalato centinaia di risate. 


Si perché l’importanza dell’uomo Harold Ramis va ben oltre il suo personaggio simbolo, ben oltre le commedie che ha realizzato, ben oltre le battute che ha scritto e oltre a quel Ghostbusters III che c’è già sulla carta e che forse da oggi non avrebbe neanche più senso fare senza che si trasformi di fatto nel suo epitaffio:  la sua importanza rimane per quello che ha dato alla commedia , per i vari Zach Braff, Seth MacFarlane, Steve Carell, Seth Rogen e Billy Crystal che da lui sono nati o hanno tratto esempio, per tutte le risate che ci ha regalato negli anni e per l’impronta che ha dato all’intero genere.
Scrivo questo pezzo con un magone pazzesco, non immaginate neanche quanto.
Mio padre ricorda il dispiacere per la morte di un Beatles a caso, e per me che sono di un'altra generazione è la stessa cosa: se n’è andato uno dei MIEI Fab Four. 
“E’ stato un bel lavorare con Lei, Dottore…”

"Ci vediamo dall'altra parte"

SPECIALE CINEMA: IL MEGLIO DEL PEGGIO DEL MEGLIO DEL 2013 -SECONDAPARTE (ENDEUINNERIIIS...)

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Torna a grande richiesta (ma di chi? Del buon Feng, tra gli altri, che si offende e comincia a insultare se non pubblico qualcosa ogni tanto: aaaah i fans!) il megaclassigficone del meglio del peggio e del meh di tutto il cinema del 2013! O almeno di quello che ho visto, oh, non pretendete.
Finalmente si arriva alle classifiche che contano, dalle stelle alle stalle, dalla meglio chicca alla peggio merda, passando per il Top con riserva.
Spoiler gratis inside. Siete avvisati.

Prima dei botti, arriviamo un attimo a quelli che “Si, mi è piaciuto, però c’è quella cosa che…”, quando si esce soddisfatti ma coscienti che qualcosa avrebbe potuto girare meglio. Più che altro sono lamenti da rompicoglioni-di-natura, magari anche superficiali ma va detto lo stesso, che è un po’ come quando ti arriva un piatto di patanegra con dentro un capello del cameriere, che mangiare lo mangi lo stesso, anche se il piatto non te lo cambiano, però sai…
PER LA CATEGORIA: “OK CON RISERVA: SE PROPRIO DEVI FARE IL ROMPICOGLIONI”

3° POSTO: PACIFIC RIM
PERCHE’: Il film di robottoni della vita, combattimenti esaltanti  e azione e rimandi a manetta per chi, come il sottoscritto, è cresciuto a pane, Mazinga e insalate di matematica.
E se uno lo va a vedere per quello che il film promette, non ci si può lamentare di nulla, ma se ARRIVA IL ROMPICOGLIONI quello (io) vorrebbe qualcosa in più.
Cioè, Del Toro ci ha fatto divertire con gli Hellboy, affascinato con Il labirinto del Fauno e gasato con Blade II, e in tutti quei film (oltre alla goticamente splendida messa in scena) c’era un fattore fondamentale: la sceneggiatura. Ecco, la sceneggiatura di PACIFIC RIM è uscita a prendere le sigarette e nessuno l’ha mai vista neanche arrivarci, al tabacchi.
Ed è un grandissimo peccato, perché da tipo i VENTICINQUEMILA rimandi a Neon Genesis Evangelion piazzati ovunque lo vedi che Del Toro ci teneva al progetto del live action di cui non se n’è mai fatto nulla,  e che si è voluto fare il suo filmrubando alla grande citando quella saga mitica, ma sforzarsi un attimo di più e dare uno spessore almeno bidimensionale a questi poveri cristi di personaggi non sarebbe stato un male. Anzi.
IN BREVE: Film amarcordo ignorante e fiero di esserlo
VOTO: 7



2° POSTO: THOR THE DARK WORLD
PERCHE’:  Contrariamente a molta critica inamidata e soprattutto a parecchi Marvel Zombi incazzati come le bisce, a me THE DARK WORLD è piaciuto.
Ho apprezzato la messa in scena, ho potuto ri-apprezzare i protagonisti (tranne Stellan Skarsgard che davvero a culo nudo non si può vedere…un po’ di amor proprio, c’hai un’età), Malekith è un cattivo interessante, il duetto continuo Thor-Loki è divertente e si vede che i due se la intendono, li vedrei bene a fare Stursky&Hutch, quindi si, in generale è un divertente comic movie.
Ma se ARRIVA IL ROMPICOGLIONI vuole di più, e vorrebbe sapere in generale perché questa vena comica deve per forza intaccare tutto quello che riguarda la Marvel. The Dark Knight non ha forse confermato che si può fare un film dai toni cupi senza scadere nella risata facile per forza? Dice, si ma quello è Batman, è cupo già di suo, ok, e Man of Steelallora? Che poi Thor lo puoi fare fiero e grandioso, è un Dio cristo santo, e se me lo chiami The Dark World permetti che mi aspetto qualcosa di un po’ più…Dark?
E no niente, oh me lo sono goduto lo stesso, il martello sull’attaccapanni è divertente, ma allora puoi chiamarmelo The Wonderful World e dargli pure un assolo di tromba no? Comunque sia, buona la seconda!
IN BREVE:  Divertente seguito, meno Dark di quanto prometta
VOTO: 7 ½


1° POSTO: LA CASA
PERCHE’: E qui veniamo a toccare le corde dell’anima… dove “anima” non è termine scelto a caso.
Il remake de La Casa, film col quale sono cresciuto e che utilizzavo anche per levarmi di torno mia madre quando veniva a rompere per studio e ordine: quattro secondi e vedevi come scappava urlando.
Comunque, il remake-che-non-è-il-remake de La Casa cambia i protagonisti e rilegge le situazioni, mischia le carte, aggiorna il tutto e tiene lo spettatore inchiodato alla poltrona, sparando galloni di sangue ovunque ma non dimenticando neanche per un secondo che la tensione va al primo posto sempre, e infatti il giocattolino di Fede “all’improvviso quello sconosciuto” Alvarez tiene botta dall’inizio alla fine, dona alla carne da macello uno spessore più che cartaceo (compensato, toh!) e per tutto il film fa “il gesto della caramella del malintenzionato”, ossia “Ti piace la caramella? La vuoi la caramella? Ecco la caramella” e all’ultimo te la toglie, lo stronzo. Sfottò gratuiti a seguire.
E se ARRIVA IL ROMPICOGLIONI cos’avrà mai da dire? Poco e niente in realtà.
Gli ettolitri di sangue a un certo punto diventano davvero ridicoli e ridondanti, ma quella sequenza nel bagno, quella nella cantina inondata, il rapporto fratello/sorella fra i protagonisti, quel sorpresone nel finale e quel finale…beh, giustificano ampiamente il tutto.
IN BREVE: Il più bell’horror dell’anno scorso, per quel che ho visto of course
VOTO: 8

MENZIONE SPECIALE
DARK SKIES:
 Quando il cappellino di stagnola di Mel Gibson in Signs non basta più, non ti resta che proteggere la tua famiglia e fartela addosso ogni 2x3 – VOTO 7
BLUE JASMINE: Bel film, Cate Blanchett immensa (è arrivato pure l’Oscar) ma il trailer dichiarava subdolamente tutt’altro genere: falso fino alla vergogna – VOTO 6 ½ per il TrailerPresaPerIlCulo



E siamo giunti finalmente alle peggio sòle, le più brucianti inculate di un’annata bella carica di bufale e robaccia varia, che non si sa come mai continui imperterrito trovare col lanternino, cospargendo di setteuroecinquantaabbotta il tappeto rosso riservato ai coglioni che i tizi svogliati del cinema srotolano quando mi vedono arrivare, quindi rullllo di tamburi…
PER LA CATEGORIA: “LEI MI HA DELUSO PER L’ULTIMA VOLTA, AMMIRAGLIO”

3° POSTO: ELYSIUM
PERCHE’: Se n’è già parlato tempo fa è vero, ma non va dimenticato, in quanto oltre ad essere un film insulso ha l’aggravante di essere anche la delusione più cocente dell’anno.
Perché? Perché non è il primo coglione che passa ad averlo scritto e diretto, ma tale Neill Blomkamp, che oltre a qualche cortometraggio su Halo (ehm, si vede), è quello che nel 2009 aveva tirato fuori quella chicca di District 9, per cui era lecito aspettarsi qualcosa di grandioso, finalmente fantascienza con un vero messaggio, con qualcosa da dire, con una metafora sociale e non semplicemente PIW-PIW-POW!
E invece? E invece PIW-PIW-POW…
La morale è sempre quella fai merenda con Girella: il SOLITO futuro post-apocalittico, il SOLITO pochi ricchissimi e tutti gli altri barboni, il SOLITO eroe che salverà il mondo, e purtroppo le SOLITE vaccate al servizio della spettacolarità a discapito della storia.
Quando Hollywood chiama (e la Sony ci mette il soldo) i veri autori li vedi subito perché sono quelli che delle “direzioni” imposte dalla produzione se ne sbattono, raccontano quello che davvero vogliono raccontare, se ne fottono della casa di produzione e talvolta anche dello stesso pubblico, vanno dritti per la propria strada, ed è così che nascono le leggende.
Neill Blomkamp? No, lui ha parcheggiato a bordo strada. Sta ancora aspettando il Tom Tom.
IN BREVE: Credevo fosse WOW invece era WTF?!
VOTO: 5


2° POSTO: DIE HARD 5 – UN BUON GIORNO PER MORIRE
PERCHE’: Anche di questo se n’è già parlato a suo tempo, esattamente un anno fa, solo perché non poteva essere buttato lì in mezzo alla mischia, meritava davvero un posto tutto suo.
E insulti appositamente dedicati.
Il post in questione era sicuramente più esaustivo, entrando nel dettaglio in più occasioni per farsi del male, qui si può riassumere tranquillamente in: la fine di Bruce Willis idolo delle folle, campione olimpico di Biathlon “sparo e sorrisetto”, protagonista del miglior action di sempre (Trappola di Cristallo-Die Hard, ovviamente) qui sinceramente inguardabile, improponibile, inqualificabile.
Non aiutato di certo da una sceneggiatura che arranca tra uno “Spara , cazzo!” e un “Corrifigliodiputtanacorri” piazzati all’interno delle sequenze più statiche dell’intero cinema d’azione, il nonno di Bruce Willis non sa dire di no a qualche dollaro extra e, partecipando a questa sagra internazionale della cazzata, accetta implicitamente di uccidere (artisticamente) il suo John McClane.
Bella mossa, complimenti.
Regia / Sceneggiatura / Montaggio / Ritmo / Divertimento non pervenuti.
Si salva solo una battuta in tutto il film. Una.
IN BREVE: La morte dell’action e la fine del mio idolo indiscusso. Addio Bruce
VOTO: 4


1° POSTO: WORLD WAR Z
PERCHE’: E qua m’incazzo. [SPOILER] e lemaleparole inside.
Chiariamo subito: io amo gli zombi, amo Romero (il padre di tutto! Onore e gloria!) e amo Snyder (L’alba dei morti viventi, favoloso remake di Zombi), amo Boyle (28 giorni dopo) e ador(av)o leggere The Walking Dead, amo Resident Evil da sempre, e pure quei film assurdi con Milla Jovovich che vorrebbero ma non c’entrano una mazza con la serie, pure loro ho digerito negli anni.
Perché questa premessa? Per farvi capire che non sono tra quelli che distinguono tra zombi classici e runner, perché li trovo indiscutibilmente l’uno il figlio dell’altro, non sono prevenuto, quindi ho atteso WWZ con le migliori intenzioni e le aspettative ampie.
Ma davvero, tra tutte le peggiori stronzate che purtroppo il 2013 ci ha scagliato addosso come scimmie che si divertono lanciando merda allo zoo, questa diarrea insensata di morti viventi di sonno e noia allo stato puro le batte davvero tutte.
Perché, e scusate i toni ma qui si scaldano in automatico, c’è una bella differenza tra la stronzata e la merda. E questa è Merda.
Una porcata senza capo né coda, seriamente senza una direzione, una storia di zombi dove non esiste
la storia e non esistono gli zombi! Li vedi qua e là in un digitale vomitevole che fa numero e comunque niente che non sia già stato visto ovunque e meglio!
Personaggi inesistenti, si viene sballottati da un continente all’altro attaccati al culo di Brad Pitt (metaforicamente donne, non fatevi fregare!) in cerca di una cacchio di cura da questa epidemia che rende gli uomini simili a zombi, con ogni tanto qualcuno che schiatta tanto per fare situazione tragica, ma di cui non ti frega una mazza perché l’unico personaggio che dura più di 10 minuti è (indovinate) Brad Pitt!
Zero coinvolgimento e due-sequenze-due che mostrano la resistenza dagli infetti, all’inizio e alla fine, e in mezzo? Cento minuti di NIENTE: vai nel tal posto e chiedi di tizio1, attacco zombi, vai dall’altra parte del mondo per tizio1 e scopri che è morto, ma c’è sempre tizio2 che ne sa, attacco zombi, scappi da un’altra parte COSI’ PER CENTO FOTTUTISSIMI INTERMINABILI MINUTI!!
In World War Z, che sarebbe La guerra mondiale degli zombi di Max Brooks riadattata ad minchiam (leggi: “Senza i riferimenti politici” che urtano lo spettatore imbecille e il governo cinese), non c’è la guerra e non ci sono gli zombi! E allora cosa c’è? NIENTE.
E in tutto questo qual è la cosa che più fa incazzare? Che questo merda, riscritta infinite volte anche durante le riprese e uscita dal buco di culo del peggior cinema di serie Z, è stato ovviamente IL FILM SUGLI ZOMBI CON IL MAGGIORE INCASSO DI SEMPRE!!!
Un mondo di merda si merita solo un cinema di merda. Dovete Morire Male.
IN BREVE: L’apoteosi della peggio merda. 1° Premio Fanculo 2013.
VOTO: 2

MENZIONE SPECIALE
DEAD MAN DOWN:
 Colin Farrell che cappella un altro film, la telefonata muta più assurda e lunga di sempre, sceneggiatura scritta al massimo sul tovagliolino di un bar, disagio – VOTO 4
PERCY JACKSON E IL MARE DEI MOSTRI: storia assurda con pezzi presi qua e là dai vari romanzi senza senso logico né il minimo rispetto, non diverte, stupido oltre misura – VOTO 4
RIDDICK: una saga che non sa più come stare a galla, il mitico protagonista trasformato nell’amorevole zio scorbutico Disney, si ricicla male dal primo e si fa peggio del secondo, effetti imbarazzanti, noia/poi la speranza/poi il crollo – VOTO 5
IRON MAN 3: Cambio di regia e definitivo tracollo, altro Marvel Movie che fa tutto in funzione dei botti finali, qualche colpo di scena, la vena ironica Disney ormai a manetta stona da far schifo. L’armatura principale è un plasticone colorato da daltonici che non si può vedere – VOTO 5 ½ 



E finalmente arriviamo davvero al meglio, a quello che più mi ha emozionato e fatto uscire con orgoglio dal cinema, non c’è molto da preambolare tranne che:
PER LA CATEGORIA: “DEL MEGLIO DEL NOSTRO MEGLIO: LA MIA TOP 3 DEL 2013”

3° POSTO: DJANGO UNCHAINED
PERCHE’: Non sono un’amante di Tarantino a tutto tondo, non mi mangio qualunque cosa sputi fuori: Jackie Brown, l’episodio fuffa di CSI, e soprattutto A Prova di Morte mi fanno cagare. Punto.
Ma questo DJANGO me lo sono spupazzato due volte in sala e non ne avevo ancora abbastanza.
Non per un Di Caprio grandioso, non per il protagonista Jamie Fox, bravo ok ma niente di esaltante, di sicuro non esaltante quanto Christoph Waltz, nuovo attore feticcio del regista che OHMMIODDIO CHE PERSONAGGIO TI TIRA FUORI?! Ironico, grottesco, elegante, violento, unico [SPOILER] ...infatti quando schiatta, prima del momento-vendetta-finale il film collassa, e alla fine ci arriva sui gomiti  [FINE SPOILER]. Comunque: film scritto da dio, cast di livello, divertente fino alle lacrime (a volte), cattivo dentro-fuori-e-tutto-intorno (tutte le altre), ridefinisce l’anatomia umana secondo l’idea confusa che ne ha Tarantino. Imperdibile.
Voglio un prequel solo sul Dr. Schultz. E lo voglio ADESSO.
IN BREVE: Meglio dei Bastardi, meglio del secondo Bill: bentornato Quentin!
VOTO: 8 ½


2° POSTO: I SOGNI SEGRETI DI WALTER MITTY
PERCHE’: Perché ci sono i film come Django che ti esaltano, poi però ci sono quelli che ti colpiscono, che ti prendono e ti toccano un po’ dentro. Senza offrirti neanche un caffè prima, i villani.
MITTY è stato una bellissima sorpresa, ma più che altro è stato un film che mi ha trasmesso emozioni vere, ed è riuscito a farlo con la faccia (e la regia) di Ben Stiller. Cioè, Ben Stiller.
Un Ben Stiller un po’ invecchiato, ma più che altro maturato, che magari si è anche un po’ rotto di fare il coglione in tutto quello che fa, e sarebbe pure ora.
Io l’ho visto come un cerchio che si chiude, come il solito Ben Stiller che però lascia alle proprie fantasie le uscite di testa, le schizzate, tutto quello che faceva ridere ma che non me lo faceva prendere sul serio.
E mano a mano che questo piccolo archivista fotografico (di LIFE, solo) si butta nel mondo reale, affronta le proprie incertezze per la prima volta e trova il coraggio di farsi valere con quel deficiente del suo capo, succede che lo vedi cambiare, succede che le fantasie quando vivi davvero servono solo per sorridere e non per rinchiudervisi, succede che lo vedi crescere come persona e lo vedi ampliare i suoi orizzonti, e ti innamori di quella storia semplice e piena di vita come poche davvero, in un continuo crescendo di emozioni.
Protagonista perfetto, vicenda semplice e bellissima, molti sorrisi, assurdità limitate al minimo (a parte una un po’ eccessiva nel mezzo, ma la si perdona), toccante, emozionante. E scusate, c’è uno Sean Penn da brividi.
IN BREVE: Non è mai troppo tardi per crescere, né per imparare a vivere
VOTO: 9


1° POSTO: RUSH
PERCHE’: E poi cosa succede se la spettacolarità incontra (non) per caso attori perfettamente in parte, un regista tra i più importanti e apprezzati di Hollywood, adrenalina a mille, emozioni ed empatia, il tutto infilato totalmente nel mondo delle corse automobilistiche così come non l’avete mai visto al cinema?
Succede RUSH, meraviglioso omaggio (parecchio romanzato, va detto) alla leggendaria rivalità tra il campione del mondo Niki Lauda e James Hunt, due nomi che hanno fatto la storia della Formula 1.
Teso come una corda di violino, vibrante, appassionante, RUSH è un’opera d’arte visiva ed emozionale come raramente ne ho potute vedere, che quando finisce ti rendi conto di avere le mani ancora serrate sulla poltrona e che non vorresti alzarti, non vorresti andartene, desiderando che il tutto ricominci, un po’ come quando da bambino ti accompagnavano a vedere i tuoi primi film e tutto era magico e incredibile, ai tuoi occhi (e le maschere non ti rompevano le palle e ti facevano star dentro a rivedere il film una seconda volta, ma è un’altra storia)
Da allora ne sono passati di anni, ormai il cinema lo conosco fin troppo bene, e dello spettacolo non mi accontento più, ho bisogno di emozioni, cerco quel fremito che solo poche, pochissime pellicole riescono a marchiarti a fuoco dentro.
Poi sinceramente sono parecchio ignorante di Formula 1, quindi ho dovuto ricorrere a Wikipedia per sapere che quella certa cosa si è svolta così, che quell’altra invece era accaduta prima eccetera, ma sapete una cosa?
Non me ne potrebbe fregare di meno: come un film tratto da un romanzo, che per forza di cose dev’essere rimaneggiato e cambia in qualche modo per potersi adattare al media diverso, così è per RUSH, ossia prendere spunto dai fatti e dalla realtà documentata per costruire una storia ancor più eccezionale di vita, di sfide, di vittorie in pista e personali, di odio e di amicizia.
IN BREVE: Emozioni allo stato puro, una storia indimenticabile
VOTO: 9 +

MENZIONE SPECIALECLOUD ATLAS: Dai fratelloni nerd che ti hanno tirato fuori Matrix e V Per Vendetta (ma anche quelle due MERDE diReloaded e Revolution) un film corale, gli stessi protagonisti in personaggi ed epoche diverse, legati dal destino, dall’anima e da una musica immortale. Immenso e coinvolgente – VOTO 8



Perché non c’è Gravity in classifica? E Ender’s Game? Perché non sono riuscito a vederli, porca vacca, ma si recupera in raggiobblù, poi magari se ne parla.
Grazie a chi condivide con me tutto l’anno questa roulette russa di film in sala, quelle anime pie della Signora LadyZoro, agli amici di sofferenze MarcoX e IlPrazzo, e a tutti quelli che mi scrivono su FB e mi commentano/condividono/insultano. E’ sempre un piacere.
Buon ripescaggio gentaglia!



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